Nonna di bambina palestinese morta a causa di embargo su Gaza parla a Ginevra

Ginevra – WAFA. La nonna di una vittima del blocco israeliano su Gaza ha esortato il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite e i suoi Stati membri a fare pressione su Israele affinché mettano fine alla sua politica di uccisioni lente contro i pazienti di Gaza e ritengano l’occupazione responsabile per aver privato gli abitanti di Gaza del loro diritto di movimento e cure mediche.

Suhaila al-Masri, nonna di Fatima al-Masri, ha parlato a nome di Euro-Med Rights Monitor, un’organizzazione per i diritti umani con sede a Ginevra, alla 51a sessione del Consiglio per i diritti umani. Ha pronunciato un discorso in cui ha spiegato che le autorità israeliane hanno lasciato soffocare lentamente sua nipote bloccando il rilascio di un permesso di uscita per ricevere cure all’estero, che alla fine ha causato la morte della bambina, lo scorso marzo.

Fatima era nata dopo otto anni di cure per la fertilità, ha aggiunto al-Masri, ma è morta solo un anno e otto mesi dopo a causa del rifiuto delle autorità israeliane di approvare il suo permesso d’uscita per ricevere cure a Gerusalemme. Fatima soffriva di “un buco nel suo cuore che richiedeva un trattamento immediato”, che non era disponibile nella Striscia di Gaza.

La famiglia al-Masri ha confermato di aver completato tutte le procedure mediche e amministrative necessarie per trasferire Fatima in un ospedale di Gerusalemme. Hanno presentato cinque richieste consecutive per un permesso di uscita alle autorità israeliane, che sono state tutte negate, e la risposta ripetuta che hanno ricevuto è stata: “La domanda è in fase di revisione”.

Nel suo discorso al Consiglio, al-Masri ha chiesto che tipo di rischio per la sicurezza avrebbe potuto rappresentare sua nipote se fosse stata autorizzata a entrare in Israele per essere curata, sottolineando che il caso “non richiedeva tutte le procedure ed i controlli di sicurezza e il tempo speso in attesa per il permesso” che alla fine ha portato alla morte della bimba. Ha indicato Fatima come una delle “decine [di pazienti di Gaza] morte a causa dei ritardi israeliani nella concessione di permessi di uscita” – parte della politica di punizione collettiva di Israele contro i residenti della Striscia di Gaza dall’imposizione del blocco nel 2006.

Dall’inizio di quest’anno, cinque pazienti di Gaza, tra cui tre bambini, sono morti a causa dei ritardi delle autorità israeliane nell’approvazione dei permessi di uscita per le cure mediche.

Traduzione per InfoPal di F.H.L.