Numerosi arresti in connessione con l’assassinio per incendio doloso dei Dawabsha

Imemc. Secondo quanto riportato giovedì dallo Shin Bet, sono stati arrestati parecchi giovani israeliani connessi con organizzazioni estremistiche ebraiche, in quanto sospettati di essere coinvolti in un incendio doloso mortale avvenuto a luglio ai danni di una famiglia palestinese.

Luba al-Samri, portavoce della polizia israeliana per i media arabi, ha confermato che la polizia “ha recentemente arrestato dei giovani sospettati di far parte di un’organizzazione terroristica ebraica e di aver compiuto diversi attacchi terroristici”.

Ha aggiunto: “Si stanno esaminando specifici sospetti relativi al coinvolgimento nell’abominevole attacco incendiario contro la casa della famiglia Dawabsha, nella cittadina palestinese di Douma”.

Ogni altra informazione sull’indagine è ancora sotto obbligo di non pubblicazione per ordine della polizia israeliana.

Secondo quanto riportato dal quotidiano israeliano Haaretz, i sospetti coinvolti nell’attacco erano già stati identificati a settembre, ma allora non c’erano ancora prove.

Il 31 luglio dei coloni israeliani hanno fracassato le finestre della casa della famiglia Dawabsha e hanno gettato all’interno liquidi infiammabili e molotov.

I locali hanno raccontato a Ma’an che le parole “vendetta” e “lunga vita al Messia” erano state verniciate ai lati della casa.

Ali Saad Dawabsha, un anno e mezzo di età, rimasto intrappolato nella casa, è bruciato vivo. La madre e il padre del bimbo, Riham e Saad, sono morti in seguito alle gravi ustioni.

L’attacco ha sollevato critiche da parte della comunità internazionale per il fallimento di Israele di ritenere i coloni e gli estremisti ebrei responsabili per gli attacchi contro i palestinesi, rendendosi di fatto complice. La leadership israeliana del tempo ha condannato l’attacco Dawabsha come “terrorismo” e ha promessi di portare i colpevoli innanzi alla giustizia.

Il gruppo israeliano per i diritti B’Tselem ha definito tale reazione israeliana di “vuota retorica”, “fintanto che i politici continueranno la loro politica di non applicazione della legge sugli israeliani che danneggiano i palestinesi”.

Il sollevamento parziale dell’obbligo di non pubblicazione di giovedì è dovuto a Nickolay Mladenov, Coordinatore speciale delle Nazioni Unite per il processo di pace in Medio Oriente, che mercoledì aveva criticato Israele per il “lento progresso” nelle indagini sull’incendio.

Traduzione di F.G.