Nuove restrizioni per il detenuto Sa’adat.

Ramallah. Le autorità carcerarie israeliane hanno deciso di limitare i diritti di Ahmad Sa‘adat, leader del Fronte popolare per la liberazione della Palestina (Fplp), punendolo per il suo recente sciopero della fame durato nove giorni. È quanto ha affermato il ministro palestinese per gli Affari dei detenuti ‘Isa Qaraqe.

Lo sciopero di Sa‘adat, terminato domenica scorsa, era seguito alla decisione di affidare il prigioniero al regime d’isolamento.

Qaraqe ha dichiarato al quotidiano Ma’an che la direzione del carcere di Ashkelon aveva convocato un’udienza per affrontare il caso del detenuto, e che quest’ultimo aveva rifiutato di recarvisi. L’udienza ha così visto l’emanazione di una lista draconiana di sanzioni ai danni di Sa‘adat, tra cui il divieto di ricevere i familiari, di frequentare la mensa della prigione e di fumare. In aggiunta, gli è stato imposto di pagare una multa di 200 shekel (36€ circa, ndr) e di passare un’ulteriore settimana in isolamento.

Il ministro ha commentato affermando che simili disposizioni rappresentano la “vendetta” con cui il carcere ha risposto allo sciopero del leader dell’Fplp e alla sua denuncia dei maltrattamenti subiti dai prigionieri palestinesi.

Qaraqe ha quindi condannato le politiche israeliane, che mettono a rischio la salute psico-fisica e la vita dei carcerati. Ha poi aggiunto che, tra questi, quindici subiscono il regime di isolamento da anni, e che non esiste “nessun pretesto legale o morale” che giustifichi tali abusi.

Nel frattempo, sarebbero già stati presi contatti tra il ministero per gli Affari dei detenuti e diversi partiti internazionali, con la speranza che possano intervenire nella questione.

Sa‘adat si trova in cella in seguito a un raid condotto nel 2006 dall’esercito israeliano all’interno di una prigione dell’Anp a Gerico, dove il leader era rinchiuso dal 2001 per l’assassinio del ministro israeliano del Turismo Rehavam Ze’evi, appartenente alla destra israeliana.

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