Nuovi documenti fanno luce sul massacro israeliano dei palestinesi a Kafr Qasem

Tel Aviv – Wafa e The Palestine Chronicle. Una serie di documenti appena rilasciati hanno rivelato nuovi dettagli sull’omicidio premeditato di 49 civili palestinesi per mano delle forze israeliane, durante il massacro nella cittadina di Kafr Qasem, nell’ottobre 1956.

Il 29 ottobre 1956, le truppe israeliane uccisero 49 palestinesi, inclusi bambini, anziani ed una donna incinta, mentre tornavano a casa dal lavoro. I contadini non sapevano che Israele aveva messo la regione sotto coprifuoco durante il periodo che precedeva la campagna di Suez contro l’Egitto.

Secondo le trascrizioni del processo di Chaim Levy, che comandava l’esercito israeliano a Kafr Qasem, i soldati israeliani erano a conoscenza che le loro vittime erano civili disarmati e non sapevano che il regime aveva imposto un rigoroso coprifuoco nell’area.

“Lo stesso vale per loro come per chiunque altro”, venne detto a Levy da un comandante riguardo ai residenti locali.

Durante il processo, a Levy fu chiesto: “La tua ragione non ti dice che per ‘violare il coprifuoco’ qualcuno deve sapere che è in atto?” Levy rispose che era d’accordo.

In seguito gli venne chiesto: “Come puoi dire che qualcuno ti ha detto di uccidere le persone che non sanno che c’è il coprifuoco?”, e lui rispose: “Perché mi è stato dato un tale ordine […] Oggi lo trovo irragionevole. All’epoca pensavo fosse ragionevole”.

I documenti rivelano anche una nuova connessione tra il massacro ed un piano segreto israeliano, con il nome in codice Hafarperet (Talpa), per sradicare i palestinesi dalle loro case con la forza delle armi e la minaccia di un massacro imminente.

La testimonianza di Levy offre un resoconto dettagliato di come gli ufficiali israeliani abbiano usato le tensioni durante la crisi di Suez per ripulire etnicamente i palestinesi dalle loro cittadine.