Fonti diplomatiche a Washington hanno riferito che il presidente Usa Barack Obama ha dato garanzie scritte e verbali che gli Stati Uniti non permetteranno ai palestinesi di compiere mosse unilaterali nel corso delle trattative indirette, o in caso di fallimento di queste. Le fonti, d'altra parte, non hanno accennato a garanzie che proibiscano a Israele di persistere nelle sue pratiche unilaterali, in particolare le attività coloniali e le politiche illegittime adottate nella Gerusalemme occupata.
La promessa è stata comunicata a Israele durante la visita dell'inviato Usa in Medio Oriente George Mitchell, giunto nella regione nel tentativo di lanciare i negoziati israelo-palestinesi.
In una dichiarazione fatta al giornale al-Manar, le stesse fonti hanno aggiunto che lo stato palestinese può essere dichiarato soltanto attraverso un accordo israelo-palestinese, e come risultato di trattative dirette tra le parti.
Secondo al-Manar, gli Stati Uniti sostengono infatti la richiesta israeliana che i palestinesi riconoscano l'ebraicità dello stato d'Israele sotto qualsiasi soluzione, e che non venga dichiarata la nascita di uno stato palestinese prima che questo riconoscimento venga reso ufficiale e pubblico, e prima di dichiarare la fine del conflitto in Medio Oriente.
Non è stato invece fatto cenno alle richieste palestinesi – garantite a livello internazionale – per il Diritto al ritorno dei rifugiati, a Gerusalemme come capitale del futuro stato, ai confini o ad altri problemi fondamentali.