Obama prevede nuovi ‘litigi’ tattici con Israele

Washington – AFP e Ma'an. Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha segnalato che tra Israele e Washington si verificheranno nuovi disaccordi “tattici”, ma ha promesso di far leva sul “potere creativo” della propria amministrazione per promuovere la pace.

Obama, che ha avuto un rapporto difficile con il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha parlato a lungo del processo di pace in stallo, durante una raccolta di fondi per la sua campagna di rielezione nel 2012, svoltasi in presenza degli amici democratici del gruppo israeliano.

Egli ha dichiarato che, “nonostante incomba sul Medio Oriente un periodo difficile e impegnativo nei prossimi anni, il legame tra gli Stati Uniti e Israele è indistruttibile, e ciò resta un principio incrollabile”.

“Ciò che si sta avverando è che sia gli Stati Uniti sia Israele sono costretti a guardare a questo nuovo paesaggio con occhi nuovi”, ha comunicato Obama, sostenendo che la primavera araba ha cambiato il contesto della diplomazia regionale.

“Non sarà sufficiente per noi continuare a fare ciò che abbiamo sempre fatto e aspettarci che in qualche modo le cose si risolvano da sole.


“Saremo creativi e ce ne occuperemo. Dobbiamo cercare opportunità, che permettano ai migliori impulsi in Medio Oriente di emergere e ai peggiori di indebolirsi”.

“Ci saranno momenti, nel corso dei prossimi sei mesi, dei prossimi 12 mesi o dei prossimi 24 mesi, in cui ci saranno divergenze tattiche su come affrontare questi difficili problemi”, ha riferito Obama, promettendo di indirizzare il “potere creativo” della propria amministrazione verso la pace.

Il presidente ha affermato, che Israele e gli Stati Uniti sono uniti da una visione più ampia, per un Israele sicuro e in grado di vivere in pace con i suoi vicini, in cui i bambini possano salire su un autobus o andare a dormire la sera senza doversi preoccupare del lancio di missili”.

Obama ha riacceso l'ultima polemica degli Stati Uniti con Netanyahu, a maggio, quando ha reso pubblica la politica degli Stati Uniti: il ritorno israeliano ai confini del 1967 e scambi di terra concordati.

Tale dichiarazione gli ha procurato un rimprovero pubblico da parte di Netanyahu, durante una visita successiva alla Casa Bianca. Il leader israeliano ha inoltre sottolineato la natura “indifendibile” dei confini del 1967, anche se questa idea è stata al centro dei colloqui di pace nel decennio passato.

Israele e i palestinesi sono stati in disaccordo sui negoziati, fermatisi poco dopo essere stati rilanciati da Washington nel settembre 2010, alla scadenza del congelamento parziale della costruzione di insediamenti israeliani.

Israele ha rifiutato di rinnovare il congelamento e i palestinesi non sono disposti al dialogo, mentre sui territori che dovrebbero costituire il loro futuro stato sono già in costruzione degli insediamenti.