OCHA: 9 palestinesi uccisi e centinaia feriti dalle IOF nelle ultime 2 settimane

Gerusalemme/al-Quds-Wafa. Nel suo rapporto bisettimanale sulla protezione dei Civili nei Territori Palestinesi occupati, che copre il periodo compreso tra il 21 settembre e il 4 ottobre, l’Ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli Affari Umanitari (OCHA) ha affermato che le forze di occupazione israeliana hanno ucciso nove Palestinesi – otto in Cisgiordania, tra cui una donna e un ragazzo, e uno nella Striscia di Gaza.

Il 26 settembre, tre Palestinesi sono stati uccisi nel villaggio di Beit ‘Anan, a ovest di Gerusalemme, e altri due, tra cui un minore di 16 anni, nel villaggio di Burqin, vicino a Jenin, nel nord.

I fatti sono avvenuti nel contesto delle operazioni di ricerca e arresto israeliane nei due villaggi. Durante il periodo di riferimento, le forze israeliane hanno effettuato 70 operazioni di ricerca e hanno arrestato circa 80 Palestinesi in tutta la Cisgiordania. Il governatorato più colpito è stato Ramallah.

Sempre a Burqin, il 30 settembre, un Palestinese è stato ucciso durante un’altra operazione di ricerca e arresto.

Il 24 settembre, un manifestante palestinese è stato ucciso durante le proteste nel villaggio di Beita, vicino a Nablus, nel nord della Cisgiordania, contro la creazione di un avamposto di insediamento coloniale.

Il 30 settembre, le forze israeliane hanno ucciso una donna palestinese di 30 anni, col pretesto che avesse tentato di accoltellare agenti di polizia israeliani a uno dei cancelli che portano al complesso della moschea di al-Aqsa, nella città vecchia di Gerusalemme; non ci sono stati feriti israeliani.

Un Palestinese a Gaza è stato colpito e ucciso dalle forze israeliane il 30 settembre, nell’area di Deir al Balah, nella Striscia di Gaza centrale, mentre, come riferito, cacciava uccelli vicino al confine israeliano intorno a Gaza.

Complessivamente, le forze israeliane hanno ferito 328 Palestinesi in Cisgiordania. Di questi, 217 sono stati colpiti durante le proteste contro le attività di insediamento nel governatorato di Nablus, vicino a Beita (117), Beit Dajan (73) e Deir al Hatab (27). Altri 59 Palestinesi e due soldati israeliani sono rimasti feriti quando i coloni israeliani, accompagnati dalle forze israeliane, hanno tentato di raggiungere la tomba di Giuseppe, a Nablus. I Palestinesi hanno lanciato contro di loro pietre ed esplosivi fatti in casa e le forze israeliane hanno sparato lacrimogeni e proiettili di gomma.

Inoltre, 29 Palestinesi, tra cui un bambino, sono stati feriti dalle forze israeliane o dai coloni nel villaggio di al-Mafghara vicino a Hebron, nel sud della Cisgiordania.

Il 28 settembre, coloni israeliani hanno ferito nove Palestinesi in questa comunità palestinese, rivendicata da Israele come “zona di tiro”. Uno dei feriti, un bambino di tre anni, è stato colpito da una pietra alla testa mentre era a letto ed è stato portato in un ospedale israeliano. Gli altri 20 Palestinesi feriti sono stati curati per intossicazione da gas lacrimogeno. I coloni israeliani hanno anche ucciso cinque pecore e danneggiato 10 case, 14 veicoli, diversi pannelli solari e serbatoi d’acqua.

I coloni israeliani hanno aggredito fisicamente e ferito altri otto Palestinesi nella Cisgiordania occupata e i coloni hanno danneggiato o rubato il raccolto di oltre 180 ulivi. Tra i feriti ci sono quattro contadini che lavoravano la loro terra nel villaggio di Al-Seifer vicino a Hebron, due pastori vicino della comunità di Arab al Rashayida vicino a Betlemme, un altro contadino a Ein Yabrud vicino a Ramallah, e un attivista a Susiya vicino a Hebron.

Secondo testimoni o proprietari terrieri, i coloni hanno vandalizzato circa 160 ulivi ad Al-Mafghara e Burin, vicino a Nablus, e hanno rubato le olive da altri 26 alberi a Salfit. Sono stati registrati numerosi attacchi da parte dei coloni nell’area H2 di Hebron, tra cui l’irruzione in diverse case e il furto di attrezzi agricoli, telecamere di sorveglianza e pompe dell’acqua, oltre al furto di olive.

Traduzione per InfoPal di Edy Meroli.