OCHA: ad agosto Israele ha sfollato 100 palestinesi dalle loro case a Gerusalemme est

Gerusalemme/al-Quds-Wafa. Nella Gerusalemme est occupata, quasi 100 palestinesi sono stati mandati via dalle loro case, ad agosto, registrando il numero più alto di sfollamenti in un mese, a Gerusalemme est, per quest’anno, secondo il rapporto mensile sulle demolizioni e sfollamenti israeliani pubblicato dall’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (OCHA) nel Territorio palestinese occupato.

E’ riportato che 26 case sono state demolite da Israele o dai loro proprietari con il pretesto di essere state costruite senza permesso, cosa molto difficile da ottenere per i palestinesi nella città occupata. I proprietari sono costretti a demolire le loro case, poiché dovrebbero pagare costi molti alti al comune israeliano di Gerusalemme Ovest per la demolizione. Delle 53 case demolite dall’inizio dell’anno, 38 sono state abbattute dai proprietari per evitare sanzioni pecuniarie e/o il carcere, ha affermato l’OCHA.

Tra questi, un edificio a un piano è stato demolito dai proprietari, sfollando quattro famiglie (15 persone), nel quartiere Shufat di Gerusalemme est. Ciò a seguito di una decisione dell’Alta Corte israeliana, che ha stabilito che i coloni israeliani erano i proprietari della terra e ha concesso alle famiglie 20 giorni per andarsene. I proprietari palestinesi affermano di aver acquistato la terra nel 1952.

Nella parte del villaggio di al-Walaja, nell’area di Betlemme, che ricade sotto la giurisdizione della municipalità di Gerusalemme, ad agosto sono state demolite due case, preoccupando per possibili imminenti demolizioni di massa nell’area.

Secondo una valutazione sul campo dell’OCHA condotta ad agosto, in questa parte della comunità 36 strutture residenziali abitate in cui risiedono 47 famiglie e altre 9 strutture disabitate hanno ordini di demolizione pendenti, per lo più emessi dopo il 2015. È stata emessa un’ingiunzione legale che vieta demolizione di 34 strutture durante questo processo, che dovrebbe essere esaminato dall’Alta Corte israeliana in ottobre.

Complessivamente, ad agosto, le autorità di occupazione israeliane hanno demolito, costretto a demolire o sequestrato 118 strutture di proprietà palestinese in tutta la Cisgiordania, comprese le 26 a Gerusalemme est, rendendo il mese di agosto il terzo mese più alto per numero di strutture palestinesi demolite da Israele finora nel 2021, secondo l’agenzia delle Nazioni Unite.

Ciò ha provocato lo sfollamento di 191 persone, tra cui 116 bambini, e ha influito sui mezzi di sussistenza, o sull’accesso ai servizi, di quasi altre 1.400. Tutte le strutture sono state prese di mira a causa della mancanza di permessi di costruzione, che sono quasi impossibili da ottenere per i palestinesi nell’Area C della Cisgiordania occupata, che è sotto il pieno dominio militare israeliano, e a Gerusalemme Est, ha affermato l’OCHA.

Il numero di strutture complessive demolite o sequestrate ad agosto è diminuito del 7% rispetto a luglio, ma rimane ancora il numero più alto per un solo mese nel 2021. Fino alla fine di agosto, il 2021 ha registrato un aumento del 38% nel numero di demolizioni e confische rispetto al periodo equivalente del 2020; il numero di beni finanziati da donatori che sono stati demoliti o confiscati è più che raddoppiato, passando da 72 a 184.

Nel 2021, 311 strutture, o il 57% di tutte le strutture mirate nell’Area C, sono state sequestrate senza o con un preavviso molto breve, utilizzando vari ordini militari, impedendo efficacemente alle persone colpite di opporsi in anticipo.

23 delle strutture demolite o sequestrate ad agosto erano state fornite come aiuti umanitari. Altre quattro strutture residenziali finanziate dall’UE, per un valore di circa 8.000 euro, hanno ricevuto ordini di sospensione dei lavori.

Circa l’80% degli sfollati nell’Area C si trovava nella Valle del Giordano, di cui 75 nelle comunità di pastori di Ibziq, al Mu’arrajat e Humsa-al Farsheh. Il livellamento di segmenti di strade agricole nella comunità di Khirbet Atuf, sempre nella Valle del Giordano, e nel villaggio di Battir a Betlemme, ha reso in gran parte inaccessibili centinaia di dunum di terra, minando i mezzi di sussistenza di oltre 800 persone, compresi gli agricoltori e le loro famiglie.

Sempre nell’Area C, sono state demolite 12 strutture sulla base dell’Ordine Militare 1797, che prevede solo un preavviso di 96 ore e motivi molto limitati per impugnare legalmente una demolizione.

Traduzione per InfoPal di Chiara Parisi

(Foto: casa demolita dalle autorità di occupazione israeliane a Gerusalemme est il 30 agosto. IMG OCHA)