OCHA: Demolizioni e spostamento in Cisgiordania / agosto 2020

OCHA: Demolizioni e spostamento in Cisgiordania / agosto 2020

Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (OCHA)

PUNTI CHIAVE

  • Forte aumento degli spostamenti legati alla demolizione ad agosto.
  • 21 strutture demolite o sequestrate all’interno o adiacenti all’area di espansione dell’insediamento E1.
  • Oltre la metà delle demolizioni a Gerusalemme Est nel 2020 effettuate dai proprietari delle strutture.
  • Sette strutture di aiuto finanziate dai donatori sono state demolite / sequestrate, mentre altre nove sono a rischio.

PANORAMICA

  • Ad agosto, le autorità israeliane hanno demolito o sequestrato 88 strutture di proprietà palestinese, tutte (tranne una) per mancanza di permessi di costruzione, che sono quasi impossibili da ottenere per i palestinesi. Di conseguenza, un totale di 202 persone sono rimaste sfollate e altre 450 hanno avuto conseguenze sui propri mezzi di sussistenza o sull’accesso ai servizi.
  • Rispetto alle medie mensili tra gennaio e luglio 2020, agosto ha registrato un aumento quasi quadruplicato del numero di sfollati (202 contro 58) e un aumento del 55% del numero di strutture interessate (88 contro 56). Il continuo prendere di mira le strutture palestinesi nel bel mezzo della pandemia rimane motivo di grave preoccupazione.
  • Nell’Area C, 63 strutture sono state demolite o sequestrate dalle autorità israeliane questo mese. Sette erano state fornite come assistenza umanitaria, per un valore di oltre 9.300 euro. Altre nove strutture di aiuto finanziate da donatori, per un valore di oltre 50.000 euro, hanno ricevuto ordini di arresto dei lavori.
  • L’incidente più grave è avvenuto il 25 agosto nella comunità beduina palestinese di Wadi as-Seeq (Ramallah), dove sono state demolite nove strutture, tra cui tre case e cinque rifugi per animali: 24 persone, di cui 11 bambini, sono rimaste sfollate e altre 13 hanno visto colpiti i propri mezzi di sussistenza.
  • In sei incidenti separati nell’Area C, le autorità israeliane hanno demolito o sequestrato 21 strutture situate all’interno o accanto a un’area nota come E1 prevista per l’espansione dell’insediamento di Ma’ale Adummim nel governatorato di Gerusalemme. Lo scorso marzo, le autorità hanno avanzato due piani dettagliati che prevedono la costruzione di quasi 3.500 unità abitative di insediamento in E1; il periodo per la presentazione delle opposizioni ai piani è terminato il 28 agosto. L’approvazione di questi piani potrebbe accelerare il trasferimento forzato di circa 3.700 palestinesi che vivono in 18 comunità beduine situate in quest’area.
  • Sempre questo mese, le autorità israeliane hanno demolito una casa e un serbatoio d’acqua nella comunità di pastori di Fraseen a Jenin. Il serbatoio era stato utilizzato per l’irrigazione, il bestiame e il consumo domestico. Questa comunità, dove la maggior parte delle strutture ha ricevuto ordini di demolizione, si trova tra l’insediamento israeliano di Hermesh e un avamposto di insediamento stabilito circa un anno fa come fattoria agricola.
  • La demolizione a Fraseen è stata eseguita sulla base del Military Order 1797, che consente la rimozione rapida delle strutture non autorizzate considerate “nuove”, entro 96 ore dall’emissione del “provvedimento di rimozione”. L’uso di questo ordine, che è ancora considerato dalle autorità israeliane come “pilota”, ha comportato la demolizione di almeno 66 strutture da quando è entrato in vigore nel luglio 2019. La comunità umanitaria ha ripetutamente mostrato preoccupazione circa questa procedura, che restringe in modo significativo la capacità delle persone colpite di essere ascoltate dinanzi a un organo giudiziario.
  • A Gerusalemme Est, questo mese sono state demolite 24 strutture di proprietà palestinese, metà delle quali dai loro proprietari a seguito dell’emissione di ordini di demolizione. Le demolizioni effettuate dai proprietari delle strutture sono aumentate nel 2020, rappresentando oltre il 50% di tutte le demolizioni a Gerusalemme Est, rispetto al 26% nel 2019. L’aumento è attribuito a un emendamento alla legge israeliana sulla pianificazione e l’edilizia entrata in vigore lo scorso anno, che multa i proprietari di una struttura illegale per ogni giorno aggiuntivo in cui la struttura viene utilizzata. Le multe aumentate si aggiungono alle alte tasse che i proprietari devono pagare al comune per la demolizione della struttura, se non rimuovono quella struttura da soli.
  • Inoltre, una casa in costruzione è stata demolita in una sezione del quartiere di Sur Bahir a Gerusalemme Est, designato come Area A, dove l’Autorità Palestinese è responsabile delle questioni di pianificazione. La demolizione è stata effettuata citando motivi di sicurezza, legati all’ubicazione dell’edificio in una ‘zona cuscinetto’ adiacente alla Barriera.

Traduzione per InfoPal di Sara Zuccante