Una nuova barriera istallata dalle forze di occupazione israeliane intorno ai due quartieri palestinesi nella cosiddetta zona della città “H2”, As-Salaymeh e Gheith, ha ulteriormente separato almeno 1.800 Palestinesi dal resto della città.
Secondo l’OCHA, quest’ultima misura “si aggiunge al recente rinforzo (inclusa l’installazione di tornelli) di due check-point preesistenti che controllano l’accesso alla zona dove la nuova barriera è stata istallata”.
Questi sviluppi “creano problemi ai mezzi di sostentamento e alla vita delle famiglie palestinesi residenti nei due quartieri, limitando l’accesso a servizi di base come salute e istruzione”.
Nel maggio 2017, riporta l’OCHA, Israele ha installato una recinzione munita di barra metallica di circa 50 metri di lunghezza e 1,5 metri di altezza collocata su delle lastre di calcestruzzo e munita di cancello, accanto a una barra metallica fissata inizialmente nel 2012 per recintare As-Salaymeh e Gheith. “Secondo i residenti, la polizia di frontiera israeliana a presidio del cancello, chiude quest’ultimo irregolarmente e senza preavviso, lasciando i residenti in una situazione di costante incertezza”.
Nel frattempo, la via principale aldilà della barriera è utilizzata da coloni israeliani dell’insediamento di Kiryat Arba per accedere alla Moschea Ibrahimi a piedi o in macchina; al contrario, “la circolazione di veicoli palestinesi lungo questa strada è proibita”.
Circa 600 bambini che frequentano scuole al di fuori della zona protetta utilizzano regolarmente tragitti alternativi tra le case e i vicoli. Ciò aggiunge al loro percorso 1,5 km “e li espone agli attriti con i coloni e i soldati israeliani”.
Il rafforzamento dei due check-point a metà del 2016, aveva già ostacolato l’accesso di beni di consumo nei quartieri di As-Salaymeh e Gheith, come anche in altri quartieri della città nella zona dell’insediamento colpito.
“Sono state imposte altre misure a questi check-point”, riporta l’OCHA, “come per esempio il divieto di accesso a uomini sotto i 40 anni il venerdì: una misura che è stata implementata per la prima volta nel 2015 e diventata sistematica dal maggio 2016”.
La zona H2 include quattro insediamenti israeliani, casa per circa un centinaio di coloni israeliani e una popolazione di più di 40 mila Palestinesi. Il 30 per cento dei Palestinesi che vive nell’H2 risiede in quartieri adiacenti agli insediamenti ed è colpita da severe restrizioni di accesso.
Attualmente, esistono più di 100 ostacoli fisici, compresi 20 check-point occupati in permanenza da personale, e 14 check-point parziali che separano la zona d’insediamento dal resto della città. Un gran numero di strade all’interno di questa zona è riservato all’uso esclusivo dei coloni e sono invece vietate alla circolazione palestinese. In alcune strade, sono interdetti i pedoni palestinesi.
(MEMO, PC, Social Media)
(Foto MEMO: accesso interdetto ai Palestinesi alla Moschea Ibrahimi di Hebron nel momento in cui 40,000 coloni illegali si recano verso i luoghi santi musulmani per le festività ebraiche)
Traduzione di Laura Pennisi