OCHA: Israele demolisce 89 strutture palestinesi in due settimane

Cisgiordania occupata – MEMO. L’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari nei territori palestinesi (OCHA) ha riferito che le autorità d’occupazione israeliane hanno demolito 89 strutture di proprietà palestinese nelle ultime due settimane, con il pretesto della mancanza di licenze edilizie.

Almeno 146 persone sono state sfollate a causa delle demolizioni, inclusi 83 minorenni.

Il rapporto dell’OCHA ha affermato che il 3 e l’8 febbraio, le autorità israeliane hanno demolito 37 edifici, la maggior parte dei quali si trovavano nella comunità occupata di Humsa al-Baqai’a, nella Valle del Giordano, sfollando 60 persone, tra cui 35 minorenni. Questa comunità, secondo quanto sottolineato dalle Nazioni Unite, si trova in un’area ora designata per l’addestramento militare israeliano ed è testimone di demolizioni di massa negli ultimi mesi. Il 5 febbraio, l’ONU ha avvertito che la pressione sui residenti “comporta un rischio concreto di sfollamento forzato”.

Nel sud di Hebron, nel frattempo, le Nazioni Unite hanno notato che le autorità d’occupazione israeliane hanno confiscato sette strutture, compresi bagni chimici, nelle comunità di al-Rakayz, Umm al-Khair e Khirbet al-Tawameen, causando ripercussioni per 80 persone e danneggiando i loro mezzi di sussistenza. Nella Gerusalemme Est occupata, quattro delle strutture sono state demolite dagli stessi proprietari per evitare multe dagli israeliani.

Inoltre, in almeno un caso, una casa è stata demolita nel villaggio di Tura al-Gharbiya come punizione collettiva, sfollando 11 persone, tra cui quattro minorenni. La casa appartiene alla famiglia di un uomo palestinese accusato di aver ucciso una donna israeliana a dicembre 2020. Tale punizione collettiva è illegale secondo il diritto internazionale. Le Nazioni Unite hanno affermato che sette edifici sono stati demoliti da Israele l’anno scorso per ragioni simili.

Il rapporto ha anche fornito dettagli su altre violazioni che hanno come obiettivo espellere i palestinesi dalla loro terra. Ad esempio, secondo il ministero dell’Agricoltura palestinese, le autorità israeliane hanno sradicato mille piante vicino alla cittadina di Tubas, che erano state piantate dopo lo sradicamento di migliaia di altre, nell’ultimo mese, nella stessa area, per mano di coloni israeliani, che hanno ferito quattro palestinesi, incluso un minorenne, e hanno vandalizzato diverse proprietà. Hanno anche distrutto una telecamera di sorveglianza nella Chiesa ortodossa rumena, nella Gerusalemme Est.

Il 5 febbraio, secondo quanto affermato dalle Nazioni Unite, un colono israeliano ha sparato ad un palestinese di 34 anni, uccidendolo, nei pressi di un avamposto di una colonia stabilito di recente vicino al villaggio di Ras Karkar, nel distretto di Ramallah. Fonti militari israeliane affermano che la vittima aveva cercato di entrare in una casa nell’avamposto dell’insediamento. Più tardi, sono scoppiati scontri nel villaggio, provocando il ferimento di un soldato palestinese e di un soldato israeliano. Un altro cittadino palestinese, di 25 anni, è stato ucciso a Nuba, Hebron, a causa dell’esplosione di un’ordigno vicino alla sua casa.

Più di 70 palestinesi e quattro soldati israeliani sono rimasti feriti durante scontri in Cisgiordania, mentre 30 manifestanti sono stati trattati a seguito dell’inalazione di gas lacrimogeni sparati dai soldati dell’occupazione, quando protestavano contro la creazione di tre avamposti coloniali, illegali non solo secondo la legge internazionale, ma persino secondo la legge israeliana. Le forze d’occupazione hanno anche portato avanti 186 mandati di cattura, arrestando 172 palestinesi in tutta la Cisgiordania. I governatorati di Gerusalemme, Ramallah ed Hebron sono i luoghi dove si è verificato il maggior numero di queste operazioni, con una media di 28 mandati ognuna.

Durante un incidente a Hebron, le forze israeliane hanno fatto irruzione nella sede del comune e hanno arrestato i dipendenti che lavoravano nel turno di notte. Secondo quanto riferito, diversi mobili e porte sono stati distrutti.

A Gaza, le forze israeliane hanno sparato colpi d’avvertimento in almeno 28 occasioni vicino alla recinzione di confine o contro i pescatori in mare. In altre tre occasioni, i soldati israeliani hanno distrutto i terreni vicino alla recinzione.