OCHA: Israele ha distrutto o confiscato 57 strutture palestinesi in due settimane

Gerusalemme occupata/al-Quds – PIC. L’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (OCHA) ha affermato che le autorità israeliane hanno abbattuto, sequestrato o costretto i proprietari a demolire 57 strutture palestinesi, case comprese, nel periodo di due settimane nei Territori occupati della Cisgiordania e di Gerusalemme.

Nel suo recente rapporto bisettimanale sulle violazioni israeliane, l’OCHA ha spiegato che le demolizioni sono state eseguite durante il periodo dal 6 al 19 dicembre del 2022, con il pretesto che i proprietari non avevano le licenze edilizie rilasciate da Israele, “che sono quasi impossibili da ottenere”.

13 delle strutture erano state fornite da donatori come assistenza umanitaria, secondo il rapporto.

Di conseguenza, le demolizioni hanno provocato lo sfollamento di 44 persone, tra cui 22 bambini.

“46 delle strutture si trovavano nell’Area C, comprese due demolite in base all’ordine militare 1797, che fornisce solo un preavviso di 96 ore e motivi molto limitati per impugnare legalmente una demolizione”.

“Il 6 dicembre, le forze israeliane hanno confiscato due tende finanziate da donatori […] a Isfey al Fauqa, Hebron (al-Khalil), in un’area designata dalle autorità israeliane come ‘Zona di fuoco 918’. Queste strutture erano state fornite in risposta alla demolizione, da parte delle autorità israeliane, della scuola comunitaria, il 23 novembre del 2022, in quanto priva di licenza edilizia. La scuola serve per 21 studenti di tre comunità nel sud di Hebron”.

“Le restanti sette strutture sono state demolite nella Gerusalemme Est, inclusa una che è stata distrutta dal suo proprietario ad al-Issawiya, per evitare il pagamento di multe alle autorità israeliane”.

“Durante il periodo in esame, per tre giorni consecutivi (13-15 dicembre), le forze israeliane hanno condotto un addestramento militare a Masafer Yatta, nel sud di Hebron. Questa zona è stata designata dalle autorità israeliane come “zona di fuoco” ed è stata chiusa. L’addestramento, che ha coinvolto veicoli blindati ma senza munizioni letali, ha limitato l’accesso dei palestinesi ai servizi di base. Questa è la terza volta dall’inizio dell’anno che tali attività si svolgono in quest’area, dove oltre mille palestinesi, tra cui 560 bambini, vivono in 13 comunità di pastori a Masafer Yatta. Tali pratiche fanno parte di un ambiente coercitivo che spinge i palestinesi a lasciare le loro comunità […]”.

Durante il periodo in questione, l’OCHA ha anche affermato che le forze israeliane hanno sparato a sei palestinesi, uccidendoli, e ne hanno feriti 171, tra cui almeno 44 bambini, durante diversi incidenti in Cisgiordania.

Per quanto riguarda le violazioni dei coloni, il rapporto afferma che coloni ebrei hanno ferito sei palestinesi, tra cui un bambino, in sei incidenti, e hanno causato danni a proprietà palestinesi in 20 casi.

In altri otto incidenti, vicino a Turmus ‘Ayya (Ramallah), Jit (Qalqilya), Urif, Madama e Beit Dajan (tutti e tre a Nablus), Yasuf (Salfit), Tuqu (Betlemme) e Mantiqat Shi’al Butum (al-Khalil ), i coloni hanno sradicato e danneggiato circa 900 ulivi su terre palestinesi vicino alle colonie, dove in alcune aree l’accesso palestinese richiede l’approvazione dell’esercito israeliano.

Inoltre, proprietà palestinesi sono state danneggiate ed il bestiame è stato ferito in sette incidenti legati ai coloni vicino a Qalqilya, Nablus, Hebron e Betlemme. Le proprietà danneggiate comprendevano 12 veicoli, strutture agricole, due serbatoi d’acqua e recinzioni in pietra, secondo quanto affermato dall’OCHA.

Traduzione per InfoPal di F.H.L.