Olocausto israelo-statunitense a Gaza. 566° giorno. 38° dalla fine unilaterale del cessate il fuoco: 1.928 morti e 5.055 feriti. Bilancio attuale: 51.305 morti e 117.096 feriti. Ucciso un altro giornalista

Olocausto israelo-statunitense a Gaza. 566° giorno. 38° dalla fine unilaterale del cessate il fuoco: 1.928 morti e 5.055 feriti. Bilancio attuale: 51.305 morti e 117.096 feriti. Ucciso un altro giornalista

Gaza-InfoPal. Le forze nazi-sioniste di occupazione israeliane (IOF) hanno continuato la loro guerra genocida sulla Striscia di Gaza per il 38° giorno consecutivo dopo aver posto fine unilateralmente al cessate il fuoco, sostenuti politicamente e militarmente dagli Stati Uniti. Decine di attacchi aerei e raffiche di artiglieria hanno colpito tutto il territorio, prendendo di mira case, tende e rifugi civili. Si tratta di una campagna sistematica di sterminio contro la popolazione civile di Gaza.

Questa mattina, giovedì, sono state segnalate diverse vittime in seguito a un attacco aereo israeliano su una stazione di polizia a Jabalia, nella Striscia di Gaza settentrionale.

Mercoledì sera, tre palestinesi, tra cui due bambini, sono rimasti uccisi e molti altri sono rimasti feriti quando le forze israeliane hanno bombardato un’abitazione nell’area occidentale del campo di Khan Younis, nella Striscia di Gaza meridionale.

Un attacco aereo israeliano ha ucciso due civili palestinesi e ne ha feriti altri a Deir al-Balah, nella Striscia di Gaza centrale, secondo fonti locali.

Fonti mediche hanno riferito che il bilancio totale delle vittime a seguito degli attacchi israeliani nella Striscia, dall’alba di mercoledì è salito a 37.

Mahmud Bassal, portavoce della protezione civile di Gaza, ha dichiarato che 11 delle vittime, tra cui donne e bambini, sono morte in un attacco aereo che ha innescato un incendio nell’edificio della scuola Yafa, nel quartiere di al-Tuffah di Gaza.

Molte persone sono rimaste ferite, ha dichiarato la protezione civile in un post sulla piattaforma di messaggistica Telegram.

I filmati condivisi sui social media dopo l’attacco alla scuola trasformata in rifugio hanno mostrato le fiamme che avvolgevano le strutture delle tende e le coperture di tela che si scioglievano sui resti di sedie in fiamme e su quella che sembrava la struttura di un letto.

La protezione civile ha anche lanciato un appello urgente al Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR) per aiutare a salvare le persone intrappolate sotto le macerie in seguito al bombardamento israeliano di due case nella città di Gaza.

“Le persone intrappolate chiedono aiuto per essere salvate da sotto le macerie delle case”, ha dichiarato la protezione civile in un comunicato, aggiungendo che i soccorritori non sono riusciti a raggiungere l’area perché troppo pericolosa, essendo stata designata dalle forze israeliane come zona “no-go”.

Radio Al-Aqsa piange la scomparsa del giornalista Saeed Abu Hassanein.

Mercoledì, Radio Al-Aqsa ha dato l’annuncio della morte del collega giornalista Saeed Amin Abu Hassanein, ucciso in un attacco aereo israeliano che ha preso di mira la zona di strada Al-Bi’a, a Deir al-Balah, nella Striscia di Gaza centrale. Insieme a Abu Hassanein, sono stati uccisi la moglie, Asmaa Jihad e la figlia, Sarah Saeed.

L’occupazione israeliana continua a prendere di mira i giornalisti palestinesi nel tentativo di oscurare la verità e sopprimere la narrazione palestinese.

Israele ha posto fine unilateralmente all’accordo di cessate il fuoco a Gaza e ha ripreso la sua aggressione contro la Striscia, martedì 18 marzo, effettuando un’ondata di sanguinosi attacchi aerei in tutta la Striscia e uccidendo centinaia di palestinesi, tra cui oltre 100 bambini.

Il bilancio delle vittime ha raggiunto quota 1.928, con 5.055 feriti, secondo fonti mediche. Le squadre di emergenza stanno cercando di recuperare le vittime ancora intrappolate sotto le macerie.

Il bilancio di un anno e mezzo di guerra israeliana è di 51.305 morti, per lo più donne e bambini, e di 117.096 feriti.

Inoltre, almeno 10.000 persone risultano disperse, presumibilmente morte sotto le macerie delle loro case in tutta la Striscia.

L’aggressione israeliana ha inoltre provocato il dislocamento forzato di quasi due milioni di persone da tutta la Striscia di Gaza, con la stragrande maggioranza degli sfollati costretti a trasferirsi nella città meridionale di Rafah, vicino al confine con l’Egitto, in quello che è diventato il più grande esodo di massa della Palestina dalla Nakba del 1948.

(Fonti: Quds Press, Quds News network, PressTv, PIC, Wafa, The Cradle, Al-Mayadeen; ministero della Salute di Gaza; Euro-Med monitor, Telegram; credits foto e video: Quds News network, PIC, Wafa, ministero della Salute di Gaza, Telegram e singoli autori).

Per i precedenti aggiornamenti:

https://www.infopal.it/category/genocidio-e-pulizia-etnica-a-gaza

https://www.infopal.it/category/ciclone-al-aqsa