Olp: niente trattative prima dello stop alle colonie

Salfit. L'Organizzazione per la Liberazione della Palestina (Olp) ha espresso ieri il proprio appoggio alla decisione del proprio Comitato esecutivo, che ha incolpato Israele per aver ostacolato le trattative “di pace” con le ininterrotte attività coloniali in Cisgiordania.

“La decisione palestinese – recita un comunicato dell'Olp – è giunta in conseguenza dell'intransigenza d'Israele, dei suoi indugi e del proseguimento delle sue politiche coloniali”, aggiungendo che durante i dieci mesi di “congelamento” le costruzioni di unità residenziali non sono mai cessate.

L'Olp ha quindi chiesto uno stop totale all'espansione coloniale, e accusato Israele di aver fatto uso delle negoziazioni “per imporre dei fatti compiuti sul campo con la sua forza militare”.

Il comunicato esorta inoltre la comunità internazionale a intervenire e a fare pressioni su Israele “per ottenere una pace che assicuri la libertà al popolo palestinese”.

La pace dipende da Lieberman

Lo stop alla costruzione di nuove case negli insediamenti coloniali è terminato lo scorso 26 settembre, nonostante le richieste di Usa e Ue di prolungarlo e garantire così il proseguimento delle trattative di pace, dalle quali il presidente palestinese Mahmud Abbas ha dichiarato di volersi ritirare per la questione delle colonie

Un'eventuale decisione del governo israeliano di estendere lo stop dipende o dal sostegno del ministro degli Esteri Avigdor Lieberman o del ministro dell'Edilizia Ariel Atias, entrambi appartenenti all'estrema destra israeliana.

Alcuni funzionari del partito Shas, del quale Atias è membro, hanno riferito al giornale Haaretz che “non esiste alcuna possibilità” che il ministro si allei con il premier israeliano Benjamin Netanyahu, ma piuttosto con il ministro dell'Interno Eli Yishai, un forte oppositore dello stop alle colonie.

Secondo quanto è stato riferito, il presidente Usa Barack Obama ha offerto un pacchetto d'incentivi in cambio del suddetto stop.

Risarcimenti ai coloni

Oltre a dare il via libera ai lavori negli insediamenti, il governo israeliano pagherà più di 2,5 milioni di shekel [circa mezzo milione di euro, ndr] ai coloni della Cisgiordania i cui piani edilizi sono stati ostacolati dai dieci mesi di blocco: lo hanno riportato ieri i media israeliani.

La commissione reclami, che si occupa delle richieste di risarcimento, era stata creata da Israele subito dopo l'annuncio del congelamento parziale degli insediamenti. Secondo Haaretz, essa si è già pronunciata su quarantacinque casi su 109, respingendo finora solo tre richieste.

Privati e gruppi – tra cui compagnie edilizie e vincitori di appalti – i cui reclami sono stati accettati riceveranno ciascuno una somma di 60.000 shekel [circa 12.000 euro], ha riportato il quotidiano.

(Fonte: http://www.maannews.net/eng/ViewDetails.aspx?ID=320694)

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