Oltre 100 rabbini e cantori nell’area di Chicago condannano Trump per la repressione delle proteste pro-Palestina nei campus

Washington – Press TV. In una lettera aperta, oltre 100 rabbini e cantori di Chicago hanno condannato il presidente degli Stati Uniti Donald Trump per la sua repressione delle proteste pro-Palestina nei campus universitari.

I firmatari, provenienti da tutta l’area di Chicago, hanno espresso pubblicamente il loro forte dissenso contro la recente decisione dell’amministrazione Trump di tagliare i finanziamenti e di effettuare arresti nei campus universitari statunitensi, come riportato mercoledì dal Middle East Monitor, citando i media israeliani.

Le misure punitive, attuate dall’inizio di marzo, mirano a frenare le manifestazioni di protesta degli studenti in tutti gli Stati Uniti contro la guerra genocida di Israele nella Striscia di Gaza assediata e in solidarietà con i palestinesi che soffrono nel territorio devastato dalla guerra dall’ottobre 2023.

Nella lettera aperta pubblicata martedì come annuncio a tutta pagina sul Chicago Tribune, i rabbini e i cantori hanno denunciato la Casa Bianca per aver sfruttato le preoccupazioni sull’antisemitismo per giustificare attacchi più ampi alle libertà civili, tra cui deportazioni di massa e l’erosione dei diritti civili.

I firmatari, in rappresentanza di diverse confessioni ebraiche, hanno sottolineato che tali misure non proteggono la comunità ebraica, ma piuttosto la mettono in pericolo, usando le loro paure come strumento politico.

“Molte di queste azioni sono state presentate come in difesa della comunità ebraica. Eppure, in realtà, la paura ebraica viene usata come una copertura per un programma antidemocratico di deportazioni di massa, violazioni dei diritti civili e attacchi all’istruzione superiore”, si legge nella lettera.

La lettera pubblica giunge nel contesto di una repressione a livello nazionale nei campus universitari, con istituzioni come la Northwestern University che subiscono il congelamento dei finanziamenti e numerosi studenti, tra i manifestanti, che rischiano la detenzione.

“Come leader ebraici, rifiutiamo lo sfruttamento delle nostre paure e delle nostre esperienze di antisemitismo per giustificare lo smantellamento di quelle istituzioni. Tali azioni non proteggono la nostra comunità: ci usano e ci mettono in pericolo”, hanno sottolineato i firmatari.

La situazione si è aggravata quando l’amministrazione Trump ha congelato 2,2 miliardi di dollari di finanziamenti federali all’Università di Harvard, chiedendo significativi cambiamenti politici in risposta a quello che ha etichettato come antisemitismo. Harvard, tuttavia, si è rifiutata di adempiere alle minacce e ha avviato un’azione legale per contestare la decisione del governo federale.

Questo crescente dissenso tra i leader ebrei evidenzia una significativa divisione all’interno della comunità riguardo all’approccio dell’amministrazione alle libertà civili.

Traduzione per InfoPal di F.H.L.