ONG israeliane e statunitensi finanziano organizzazioni d’estrema destra israeliane

Gerusalemme – MEMO. Organizzazioni e fondazioni non governative negli Stati Uniti e in Israele stanno finanziando gruppi di ebrei estremisti di destra che sono scesi in piazza nella Gerusalemme Est occupata più di una settimana fa gridando “morte agli arabi”. I dettagli sono stati esposti da T’ruah, un’organizzazione no-profit di rabbini.

T’ruah ha rivelato i dettagli di come il denaro viene inviato verso gruppi estremisti di ebrei violenti come Lehava, che ha organizzato le proteste anti-palestinesi, condannate da molte parti, tra cui gruppi filo-israeliani come l’Anti-Defamation League (ADL), con sede negli Stati Uniti.

“La violenza e l’odio non sono mai la risposta e non fanno nulla per alleviare una situazione già tesa”, ha detto l’ADL. “Siamo disturbati dal fatto che voci estremiste come Lehava stiano riempiendo un vuoto. Sia i leader israeliani che quelli arabi devono condannare con forza queste azioni e smetterla di gettare combustibile sul fuoco dell’odio”.

Tuttavia, Jill Jacobs, di T’ruah, ha criticato i commenti che considerano questi ebrei d’estrema destra come outsider emarginati. Questa classificazione, ha affermato, “cancella i ruoli sia del governo israeliano che degli ebrei statunitensi finanziatori che consentono ed incoraggiano queste violenza”.

Scrivendo su Haaretz, Jacobs ha affermato che per diversi anni T’ruah ha presentato una serie di denunce all’agenzia delle entrate in merito a fondazioni statunitensi esente da tasse che mandano denaro a Lehava e ad altri gruppi ebrei estremisti di destra.

Un’indagine sulle fonti di finanziamento di Lehava la lega a numerose fondazioni ed individui all’interno di Israele e degli Stati Uniti, attraverso un elaborato schema di finanziamento. Si dice che mentre il gruppo non ha un proprio status fiscale in Israele, le indagini dell’Israel Religious Action Center e del Blocco Democratico hanno dimostrato che riceve denaro da altri gruppi non profit israeliani registrati, che sono a loro volta finanziati da fondazioni ed individui statunitensi.

Jacob ha citato l’American Friends of Yeshivat HaRa’ayon HaYehudi (“Yeshiva of the Jewish Idea“), la cui organizzazione partner è “esplicitamente” elencata dal Dipartimento di Stato USA come “organizzazione terroristica straniera”, insieme al Charity of Light Fund, chiamato così in omaggio al defunto rabbino Meir Kahane. Il rabbino nato negli Stati Uniti predicava il terrorismo contro coloro che considerava nemici di Israele o del popolo ebraico e sosteneva l’espulsione forzata dei palestinesi dal territorio controllato da Israele. Lui ed il suo gruppo sono stati designati come terroristi dal governo di Tel Aviv.

Secondo Jacob, entrambe le fondazioni sono guidate da Levi Chazan, un noto kahanista, condannato per un attacco del 1984, quando ha ferito sette palestinesi su un autobus. Altri finanziamenti provengono dalla famiglia Falic, con sede in Florida, proprietaria della Duty-Free Americas.

Pare che una delle maggiori fonti di finanziamento sia il Fondo Centrale di Israele (CFI). In quanto la più grande fondazione statunitense che canalizza fondi verso gli estremisti israeliani, si è aggiudicato quasi 40 milioni di dollari in sovvenzioni nell’ultimo anno, per i quali sono disponibili informazioni fiscali, ha spiegato Jacob. Le donazioni attraverso il CFI finiscono spesso a gruppi che difendono israeliani arrestati per terrorismo.

Le persone citate nel rapporto includono molte figure ben note negli Stati Uniti, come Adam e Gila Milstein, che sono i principali finanziatori del Consiglio israeliano-statunitense, Sioness ed altri gruppi che si considerano filo-israeliani. Milstein è stato nominato in un documentario di al-Jazeera come finanziatore della famigerata “missione delle Canarie”, che cerca di inserire nella lista nera attivisti ed accademici filo-palestinesi.

“Non è sufficiente rilasciare dichiarazioni contro la violenza degli estremisti […]”, ha detto Jacob mentre invitava i gruppi filo-israeliani ad assumersi le proprie responsabilità. “Quelli di noi impegnati per i diritti umani, sia degli israeliani che dei palestinesi, devono anche insistere sul fatto che le istituzioni a cui siamo collegati non contribuiscano ai gruppi che promuovono il genocidio ed organizzano gli ebrei per prendere parte ad atti violenti”.

Traduzione per InfoPal di F.H.L.