ONU: 1.500 nuovi orfani come risultato della guerra israeliana contro Gaza

An injured Palestinian child squatting in the corridors of Al-Shifa Hospital, after he was rescued from the debris of a UN shelter shelled by Israeli forces

Memo. All’indomani dell’ultima offensiva militare israeliana nella Striscia di Gaza, soprannominata “Protective Edge” è iniziata la valutazione della vera entità dei danni. La Striscia di Gaza, già malconcia dopo 8 anni di assedio, è uscita distrutta dell’assalto.  

Attraversando Gaza, incontrerai Amir Hamad, 11 anni, e i suoi quattro fratelli che vivono con la nonna in una casa in affitto. Sono rimasti orfani durante la guerra, dopo che aerei da guerra israeliani hanno attaccato la loro abitazione, a Beit Hanoun, nel nord della Striscia. L’attacco ha ucciso i loro genitori e distrutto la loro casa.
Amir, il maggiore di tutti, ha sperato di venire ucciso con i suoi genitori nello stesso attacco.
Mentre parla, scoppia in lacrime e dice: “[i miei genitori] Stavano bevendo il caffè dopo colazione quando un razzo ha colpito la casa. Sapevo che erano morti”.

Guardando Nour, 6 anni, il fratello più giovane, ha continuato: “L’ho visto nuotare in una pozza di sangue, è stato spinto fuori e portato in fretta in ospedale, in ambulanza.
Amir e gli altri suoi tre fratelli non sono stati colpiti per miracolo. Ma altri quattro parenti che erano nella stessa casa sono stati uccisi durante l’attacco. “Mi prenderò cura dei miei fratelli e sorelle”, ha detto. “Ma ho paura che mio padre e mia madre non ritorneranno a casa”.

I cinque orfani ora vivono con la nonna sessantenne, che è stata costretta a lasciare la sua casa nella stessa zona dopo che è stata attaccata dai soldati Israeliani. “Non li lascerò mai”, ha detto, ”ma sono sicura che dovranno affrontare molte difficoltà poiché il loro nonno ha più di 70 anni ed è senza lavoro”.

Le statistiche ufficiali hanno mostrato che l’ultima offensive ha ucciso 2.160 cittadini palestinesi e ne ha feriti più di 11.000. Circa mezzo milione di cittadini di Gaza sono stati evacuati, questo il risultato della guerra, mentre migliaia di case, moschee, ospedali e cimiteri sono stati parzialmente o totalmente distrutti.
Secondo le statistiche delle Nazioni Unite, ad oggi ci sono 1.500 nuovi orfani nella Striscia di Gaza. E’ il risultato dell’operazione “Protective Edge”.

Nonostante la sua difficoltà, Amir è stato più fortunato di Bisan Daher, 8 anni, che ha perso entrambi i genitori e quattro fratelli nell’attacco israeliano a Shuja’iya, quartiere ad est di Gaza. Mentre una benda gli avvolge ancora la testa, racconta: “Eravamo seduti a casa, ma ci hanno attaccati, non avevamo razzi. La mia mamma, il mio papà e tutti i miei fratelli e sorelle sono andati in Paradiso”.

Ha trascorso sei ore sotto le macerie della sua casa prima che fosse fatta uscire dai paramedici e portata in ospedale in condizioni critiche. “Ero cosciente, ma avevo la sabbia negli occhi. Poi ho voluto vedere mia mamma”, ha affermato.
Bisan ora vive con sua sorella sposata, Noha, di 28 anni, e mostra chiari segni del forte trauma sul suo volto, nelle parole e nei movimenti.
Le statistiche ONU hanno mostrato che almeno 373 mila bambini hanno patito stress psicologico dopo l’ultimo attacco israeliano a Gaza. E’ stato il maggiore attacco nella Striscia negli ultimi sei anni.

C’è solo un orfanotrofio a Gaza, che si occupa di circa 120 orfani. L’orfanotrofio Al-Amal ha fatto sapere che si sta preparando a ricevere più orfani. Il direttore di Al-Amal, Iyad al-Masrib, ha affermato: “Abbiamo aperto le porte ai nuovi orfani, in via eccezionale. Ci aspettiamo di ricevere tra i 250 e i 300 bambini”.

Al-Masri ha citato la triste storia di due fratelli orfani di Beit Hanoun. I parenti di Ali e Ibrahim al-Shimbar, di 10 e 11 anni, hanno chiesto ad una delle scuole ONU usate come rifugio per gli esuli di Gaza, di prenderli in consegna.
Quando l’esercito israeliano ha colpito la scuola, Ali è stato ucciso e Ibrahim ferito.
Al fine di essere in grado di ricevere più orfani, Al-Amal ha urgente bisogno di finire uno dei suoi nuovi edifici. “Ma ciò è connesso alla situazione dell’assedio di Israele sulla Striscia”, dice Al-Masri.

Traduzione di Lucilla Calabria