ONU: 75.000 Palestinesi restano senza casa a Gaza

unnamedBetlemme-Ma’an e Quds Press. Un’importante inchiesta dell’ONU ha rilevato che circa 75 mila Palestinesi sono senza casa, quasi due anni dopo l’ultima devastante offensiva di Israele contro la Striscia di Gaza assediata.

L’Ufficio per il Coordinamento degli Affari Umanitari dell’ONU (OCHA), lunedì, ha presentato i risultati di un sondaggio senza precedenti sulle famiglie sfollate di Gaza, avvertendo che molte sono ormai a un punto senza ritorno.

“Dopo aver sentito di oltre 16 mila famiglie sfollate nella Striscia di Gaza, è chiaro che la maggior parte continua a vivere in condizioni disperate”, ha detto in un comunicato Robert Piper, Coordinatore per gli Aiuti Umanitari dell’ONU. “Il sostegno internazionale per porre fine a questa situazione è urgente”.

L’indagine ha rilevato che più dell’80 per cento delle famiglie ha preso in prestito denaro durante l’ultimo anno per sopravvivere, l’85 per cento compera cibo a credito, e ben il 40 per cento di diminuzione del consumo di cibo.

L’OCHA ha scoperto che circa il 63 per cento dei profughi palestinesi affitta un’unità abitativa, ma quasi il 50 per cento teme di essere sfrattato, aggiungendo che la situazione delle donne e delle ragazze è di “particolare preoccupazione”.

“Molte famiglie segnalano di vivere in condizioni di ricovero che mancano di sicurezza, dignità e privacy, vivono in tende, in rifugi di fortuna, in case distrutte, o all’aria aperta”, ha comunicato l’ONU.

Piper ha aggiunto: “Il finanziamento è più che mai necessario. Stiamo affrontando una carenza di finanziamenti per ricostruire 6.600 case, o circa il 37 per cento del totale ricevuto. Senza questo sostegno, migliaia di Palestinesi non vedranno una fine al loro spostamento…”.

Ha detto che l’assistenza dell’ONU deve andare di pari passo con cambiamenti significativi delle politiche, tra cui la fine dell’assedio militare israeliano di Gaza lungo quasi un decennio e la riconciliazione tra le fazioni palestinesi rivali, Fatah e Hamas.

“Senza tale azione, le capacità di reazione delle famiglie esauste e vulnerabili rischiano di esaurirsi del tutto”, ha sottolineato.

La Striscia di Gaza ha visto tre guerre con Israele dal 2008, con l’offensiva israeliana del 2014  che ha distrutto 12.600 case e ne ha lasciate altre 6.500 gravemente danneggiate oltre a 150 mila unità abitative inabitabili.

Gli sforzi per la ricostruzione sono stati dolorosamente lenti – ostacolati dal blocco di Israele, da contenziosi in essere con l’Autorità palestinese di Fatah, e da una grave carenza di assistenza straniera.

L’agenzia per i rifugiati palestinesi dell’ONU (UNRWA) ha svolto un ruolo di primo piano nella ricostruzione delle case distrutte nell’enclave costiera assediata, ma ha detto che dei 720 milioni di dollari necessari per il suo programma di alloggi d’emergenza, i paesi donatori si sono impegnati solo per 247 milioni.

L’ONU ha avvertito nel settembre dello scorso anno che, se le tendenze attuali dovessero rimanere invariate a Gaza, il territorio sarà inabitabile entro il 2020.

Traduzione di Edy Meroli