ONU: Gaza potrebbe essere inabitabile entro il 2020

338939CGinevra-AFP. La Striscia di Gaza, devastata da guerre e da quasi un decennio di blocco israeliano estenuante, potrebbe diventare inabitabile per i residenti entro soli cinque anni, ha dichiarato martedì l’agenzia di sviluppo delle Nazioni Unite.

“Le conseguenze sociali, sanitarie e quelle relative alla protezione della popolazione ad alta densità demografica e il sovraffollamento sono tra i fattori che possono rendere invivibile Gaza entro il 2020”, ha scritto la Conferenza delle Nazioni Unite sul Commercio e lo Sviluppo (UNCTAD) nella sua relazione annuale.

Gaza, una piccola enclave di soli 362 chilometri quadrati (circa 225 miglia quadrate) schiacciata tra Israele (Territori occupati del 1948), Egitto e Mar Mediterraneo, è la patria di circa 1,8 milioni di Palestinesi, una delle più alte densità di popolazione al mondo.

“Gaza potrebbe diventare inabitabile entro il 2020, se le attuali tendenze economiche persistono”, dice il rapporto.

Mentre l’alta densità non è nuova, la situazione si è aggravata con le tre operazioni militari israeliane degli ultimi sei anni e con un blocco economico quasi decennale.

Il blocco ha “devastato le infrastrutture già debilitate di Gaza, distrutto la sua base produttiva, non ha lasciato il tempo per una ricostruzione significativa o per una ripresa economica e ha impoverito la popolazione palestinese di Gaza”, dice il rapporto.

“A breve la fine del blocco, gli aiuti dei donatori… non invertiremo la continua mancanza di sviluppo e l’impoverimento a Gaza”.

Le condizioni socio-economiche di Gaza, oggi, sono attualmente “al loro punto più basso dal 1967”, quando Israele ha preso il territorio all’Egitto durante la guerra dei sei giorni, scrive il rapporto.

Il rapporto stima che le tre operazioni militari, compresa la guerra devastante dello scorso anno che ha ucciso circa 2.200 Palestinesi e ne ha resi senza casa più di mezzo milione, hanno provocato perdite economiche di circa tre volte il prodotto interno lordo di Gaza.

La guerra del 2014, in cui sono morti anche 73 Israeliani, ha distrutto o gravemente danneggiato più di 20.000 case palestinesi, 148 scuole, 15 ospedali e 45 centri di assistenza sanitaria primaria, sostiene l’UNCTAD.

Ben 247 fabbriche e 300 centri commerciali sono stati completamente o parzialmente distrutti, e l’unica centrale elettrica di Gaza ha subito un danno grave.

Crisi idrica, record della disoccupazione

Anche prima del conflitto dello scorso anno, la fornitura di energia elettrica di Gaza non era sufficiente a coprire neanche il 40 per cento della domanda, ha detto l’UNCTAD, aggiungendo che il 95 per cento di acqua delle falde acquifere costiere – principale fonte di acqua dolce per gli abitanti di Gaza – è stata considerata pericolosa da bere.

La disoccupazione a Gaza intanto è salita lo scorso anno al 44 per cento – il livello più alto mai registrato – e colpisce in modo pesante soprattutto le giovani donne, lasciandone più di otto su 10 senza lavoro.

Il 72 per cento di tutte le famiglie di Gaza è nel frattempo alle prese con l’insicurezza alimentare, e il numero di rifugiati palestinesi che si affidano interamente alla distribuzione di cibo dell’ agenzia delle Nazioni Unite è aumentato a dismisura, passando da 72.000 nel 2000 a 868.000 dello scorso maggio.

Il rapporto ha anche esposto nei dettagli l’effetto devastante del blocco imposto da Israele dopo che Hamas aveva catturato un soldato israeliano nell’estate del 2006 e ha ulteriormente stretto il blocco un anno più tard,i dopo che il gruppo ha vinto le elezioni e ha cacciato Fatah a seguento di scontri.

“Ha inflitto la distruzione su larga scala dell’economia locale di Gaza, delle attività produttive e delle infrastrutture, e ha colpito numerose strutture industriali, agricole, commerciali e residenziali, direttamente o indirettamente attraverso l’infrastruttura fragile e gravi carenze di potenza, acqua, elettricità e combustibili”, si legge .

Le esportazioni erano state completamente vietate nella pratica, così come erano state bloccate le importazioni di qualsiasi cosa oltre ai prodotti umanitari di base.

La terribile situazione ha lasciato che Gaza si affidi soprattutto agli aiuti, ma il rapporto ha avvertito che, mentre il sostegno dei donatori è vitale, da solo non può cambiare la situazione nella Striscia.

Traduzione di Edy Meroli