ONU: “L’attuale topografia è cambiata”. 40 milioni di tonnellate di macerie a Gaza

Gaza. Per liberare la Striscia di Gaza da quasi 40 milioni di tonnellate di macerie ci vorrebbero più di 15 anni, con un costo compreso tra i 500 e i 600 milioni di dollari, secondo una valutazione delle Nazioni Unite, riportata dal Guardian.

Pubblicata il mese scorso dal Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente, la valutazione ha rilevato che 137.297 edifici a Gaza sono stati danneggiati, pari a più della metà del totale. Di questi, poco più di un quarto è stato completamente distrutto, circa un decimo gravemente danneggiato e un terzo moderatamente danneggiato.

Secondo la valutazione, per smaltire le macerie sarebbero necessarie enormi discariche che coprono tra i 250 e i 500 ettari, a seconda di quanto possa essere riciclato.

Il Guardian ha ricordato che il Programma di sviluppo delle Nazioni Unite (UNDP) ha riferito a maggio che la ricostruzione delle case a Gaza potrebbe richiedere fino al 2040 nello scenario più ottimistico, con costi totali di ricostruzione che potrebbero raggiungere i 40 miliardi di dollari.

Questa valutazione, volta a raccogliere fondi per la pianificazione anticipata della ricostruzione di Gaza, ha anche avvertito che la guerra potrebbe far regredire i livelli di salute, istruzione e ricchezza a quelli del 1980, cancellando 44 anni di sviluppo.

“I danni alle infrastrutture sono pazzeschi […]. A Khan Younis, [la città meridionale di Gaza], non c’è un solo edificio intatto”, ha dichiarato la scorsa settimana al Guardian un funzionario delle Nazioni Unite di Gaza.

“La topografia è cambiata. Ci sono colline dove non ce n’erano. Le bombe da 907 kg sganciate [da Israele] stanno effettivamente alterando il paesaggio”, ha sottolineato il funzionario.

Il rapporto ha aggiunto che scuole, strutture sanitarie, strade, fognature e altre infrastrutture critiche hanno subito danni significativi a causa della guerra.

Il Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo (UNDP) ha osservato che il costo stimato della ricostruzione di Gaza è raddoppiato da gennaio e continua a salire ogni giorno.

L’agenzia di difesa civile di Gaza ha riferito che le macerie sono piene di ordigni inesplosi, che provocano “più di 10 esplosioni ogni settimana”, causando ulteriori vittime e perdita di arti.

Pehr Lodhammar, ex-capo del Servizio di azione anti-mine delle Nazioni Unite per l’Iraq, ha sottolineato ad aprile che circa il 10% delle armi sparate non riesce a detonare e deve essere rimosso dalle squadre di sminamento.

Ha aggiunto che il 65% degli edifici distrutti a Gaza erano residenziali e che lo sgombero e la ricostruzione saranno lenti e pericolosi a causa della minaccia di ordigni sepolti.

(Fonte: Al-Mayadeen).