Martedì, il portavoce dell’Ufficio, Jens Laerke, ha organizzato una conferenza stampa per ricordare il primo anniversario dell’offensiva.
Tra luglio e agosto dell’anno scorso, oltre 2.260 Palestinesi furono uccisi e 11mila feriti, la maggior parte dei quali bambini e donne, durante i 51 giorni di aggressione contro la Striscia di Gaza sotto assedio.
Laerke ha riferito ai giornalisti nell’ufficio Onu di Ginevra che durante gli attacchi israeliani i civili non potevano lasciare la Striscia, perché i confini erano chiusi, e non avevano dove e come mettersi in salvo.
Ha sottolineato che, durante gli attacchi, il 28% della popolazione fu costretta a sfollare: “Oltre 100mila persone sono rimaste senzatetto, poiché circa 12.500 case distrutte non possono essere ricostruita a causa delle restrizioni israeliane all’importazione di materiale da costruzione e l’Autorità palestinese non riesce a svolgere il proprio dovere”, ha detto Laerke.
“120mila persone non hanno accesso all’acqua”, ha aggiunto. “E l’80% della popolazione si appoggia a aiuti umanitari”.
See VIDEO: Gaza City’s Devastated Al-Shuja’eyya Suburb