ONU: nel 2020, crollo dell’economia palestinese

MEMO. Il 2020 è stato il peggior anno per l’Autorità Palestinese (ANP), dalla sua istituzione nel 1994, a causa dell’occupazione israeliana e della pandemia di coronavirus, secondo quanto affermato lunedì durante la Conferenza delle Nazioni Unite sul commercio e lo sviluppo (UNCTAD).

L’UNCTAD ha affermato nella sua relazione annuale che il declino economico dell’Autorità Palestinese nel 2020 è stato una continuazione delle sue già pessime condizioni economiche del 2019.

L’organizzazione ha incolpato il COVID-19 e le misure adottate dall’occupazione israeliana per la recessione economica nei Territori palestinesi occupati.

La Palestina è stata colpita dalla pandemia a marzo del 2020, costringendo l’ANP ad imporre un lockdown nel tentativo di arginare la diffusione del virus.

Il rapporto afferma che, nonostante la gravità della pandemia di coronavirus, l’occupazione israeliana è stata il principale ostacolo allo sviluppo palestinese.

L’UNCTAD ha fatto notare che più di 66 mila palestinesi hanno perso il lavoro e che il tasso di disoccupazione è salito al 26%.

L’organizzazione ha affermato che prima della pandemia, l’economia palestinese stava soffrendo ed era instabile, con il deterioramento economico e politico dovuto alla perdita di risorse naturali nelle colonie israeliane, costruite su terre palestinesi.

L’UNCTAD ha anche affermato che l’economia palestinese nel 2020 si è ridotta dell’11,5% e ciò ha costituito il secondo più grande declino da quando l’Autorità Palestinese venne creata.

Traduzione per InfoPal di F.H.L.