ONU: piani di annessione israeliani “totalmente inaccettabili”

MEMO. Un esperto indipendente dell’Ufficio delle Nazioni Unite per i diritti umani ha riferito venerdì che il nuovo piano del governo di coalizione israeliana, che intende procedere all’annessione di parti significative della Cisgiordania occupata, sarà un duro colpo per l’ordine internazionale e minerà le prospettive di un accordo negoziato, secondo quanto riportato dall’Agenzia Anadolu.

“La decisione israeliana di proseguire unilateralmente con l’annessione prevista per il 1° luglio mina i diritti umani nella regione e sarebbe un duro colpo per un ordine internazionale basato su norme”, ha affermato Michael Lynk, relatore speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani nei Territori palestinesi occupati dal 1967.

Lynk ha espresso preoccupazione per il fatto che i piani di annessione israeliani siano supportati e facilitati dagli Stati Uniti.

Se i piani di annessione proseguissero, ciò che rimarrebbe della Cisgiordania diventerebbe un “Bantustan palestinese”, un arcipelago di isole sconnesse, circondato e diviso da Israele senza alcun legame con il mondo esterno, ha affermato il relatore speciale.

Il piano include la Valle del Giordano e, se portato a compimento, provocherà, a cascata, “terribili ripercussioni in materia di diritti umani”.

Portare a compimento il piano minerebbe ulteriormente ogni rimanente possibilità di un accordo giusto e negoziato, ha affermato.”Il piano cristallizzerebbe un apartheid del 21° secolo, lasciando sulla sua scia la fine del diritto all’autodeterminazione del popolo palestinese. Legalmente, moralmente e politicamente tutto questo è inaccettabile”.

Le violazioni dei diritti umani derivanti dall’occupazione israeliana non farebbero che intensificarsi dopo l’annessione, ha affermato Lynk.”Stiamo già assistendo a sgomberi forzati, sfollamenti, confische di terreni, alienazione, violenza da parte dei coloni, appropriazione di risorse naturali e all’imposizione di un sistema a due livelli di diritti politici, sociali ed economici diseguali e basati sull’etnia”.

L’esperto delle Nazioni Unite ha affermato che, a partire dall’adozione della Carta delle Nazioni Unite nel 1945, l’annessione è severamente vietata dal diritto internazionale.

Ha poi aggiunto che, attingendo dall’amara lezione di due guerre mondiali combattute all’interno di una stessa generazione, la comunità internazionale ha bandito l’annessione perché genera conflitto, sofferenza umana, instabilità politica, rovina economica e discriminazione sistemica.

Dal 1967, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha affermato il principio dell’”inammissibilità dell’acquisizione del territorio” con la forza o la guerra in numerose occasioni, con specifico riferimento all’occupazione israeliana.

“Su molti fronti, gli Stati Uniti sono stati una forza positiva negli anni del dopoguerra per la creazione del nostro moderno sistema di diritto internazionale”.

Avevano compreso che una solida rete di diritti e responsabilità era la strada migliore per la pace e la prosperità globali.

Ora sostengono e prendono parte attivamente a un’evidente violazione del diritto internazionale. Il loro dovere legale è quello di isolare gli autori delle violazioni dei diritti umani, non di metterli al riparo”.

Traduzione per InfoPal di Sara Zuccante