ONU: politiche israeliane danno origine a trasferimenti forzati di palestinesi

Gerusalemme-PIC. Politiche e pratiche attuate dall’occupazione israeliana, con il pretesto di far fronte a preoccupazioni in materia di sicurezza, hanno determinato il trasferimento forzato di palestinesi dalle proprie abitazioni nella città di Hebron, riducendo un’area un tempo prospera a una città fantasma. È quanto riportato in un comunicato stampa dell’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (UNOCHA).

Israele esercita il controllo diretto sul 20% della città di Hebron, nota come H2, dove risiedono circa 40.000 palestinesi e poche centinaia di coloni israeliani vivono in cinque complessi di insediamento.

L’UNOCHA ritiene che le condizioni di vita di quei palestinesi che continuano a vivere in aree soggette a divieti e restrizioni si sono gradualmente deteriorate, ivi compresi i servizi di base e le fonti di sostentamento.

Secondo il comunicato, l’isolamento dell’area di insediamento e delle zone circostanti dal resto della città ha gravemente danneggiato la vita familiare e sociale dei palestinesi residenti in tali aree ledendo la dignità e il benessere psico-sociale di questi ultimi.

“Attacchi e intimidazioni posti in essere dai coloni israeliani sono stati elementi chiave delle condizioni coercitive vissute dai palestinesi che risiedono presso l’area di insediamento.

Infine, il comunicato rileva che, quale Potenza occupante, Israele è tenuto a proteggere i civili palestinesi nella città di Hebron, garantire che le esigenze di carattere umanitario siano soddisfatte e che gli stessi possano esercitare i propri diritti umani, ivi compreso il diritto alla libera circolazione, e vivere senza essere discriminati.

Traduzione per InfoPal di Patrizia Stellato