Ordini di demolizione nei pressi di Nablus e a Silwan

Imemc, Ma’an. Martedì i soldati israeliani hanno invaso il villaggio palestinese di Jaloud, a sud della città cisgiordana settentrionale di Nablus, e hanno consegnato ordini di demolizione di dieci case, in quanto “sono state costruite senza i permessi” e “in prossimità di Ahiya”, un avamposto colonialista israeliano illegale.

Ghassan Daghlas, funzionario palestinese incaricato di schedare gli insediamenti israeliani nella parte settentrionale della Cisgiordania occupata, ha dichiarato che le case in questione sono vicine all’avamposto di Ahiya, che è stato costruito illegalmente su terra posseduta da privati palestinesi.

Ha aggiunto che le case appartengono a Mohammad Kamal Abbad, Mohammad Kamel Abbad, Hussein Kamal Abbad, Farhan Kamal Abbad, Farah Farhan Abbad, Nassim Farah Abbad, Mahmoud Farhan Abbas, Fawzi Sami Abbad e Salam Sami Abbad.

Le demolizioni provocherebbero lo sfollamento di perlomeno cinquanta palestinesi.

Stabilito nel 1997, l’avamposto illegale di Ahiya ospita adesso cinquanta coloni su dodici acri di terra palestinese. Gli insediamenti e gli avamposti israeliani nella Palestina occupata, fra cui quelli nei dintorni della Gerusalemme occupata, sono illegali sotto la Legge Internazionale e la Quarta Convenzione di Ginevra, di cui Israele è firmatario.

Secondo quanto il centro informazioni Wadi Hilweh ha riferito a Ma’an, martedì il comune di Gerusalemme ha affisso un ordine di demolizione amministrativa fuori dalla moschea di  Al-Qaqa, che sarebbe stata costruita senza la licenza necessaria, e fuori da un autolavaggio nel quartiere di Silwan, nella Gerusalemme Est occupata.

Il responsabile della moschea, Hani Abu Tayih, ha detto a Ma’an che la moschea di 120 metri quadri è stata costruita tre anni prima e serve circa cinquemila residenti.

Un precedente ordine era stato mandato il 20 agosto, avvertendo che la demolizione avrebbe avuto luogo nei successivi 30–90 giorni.

Simili demolizione sono regolarmente eseguite sotto l’articolo 212 della legge per la Pianificazione e l’Edilizia israeliana del 1965. Da quando Israele ha occupato Gerusalemme Est nel 1967, il suo governo ha attuato estesi cambi demografici e fisici con l’intento di “giudaizzare” l’area.

Secondo l’Associazione per i diritti civili in Israele, a partire dal 2014 il 14% di Gerusalemme Est è stato suddiviso in zone per la costruzione residenziale palestinese, mentre i quartieri ebraici nell’area occupata sono cresciuti con tassi del 75–125%.

F.G.