Organizzazione per i diritti invita l’Ue a revocare accordo sui farmaci con Israele

Londra-Quds Press. L’Organizzazione araba per i diritti umani in Gran Bretagna (Aohr-Uk) ha condannato la firma di un accordo israelo-europeo sui medicinali in quanto “spalanca le porte incondizionatamente ai farmaci israeliani con il pretesto che ciò contribuirà a ridurre i prezzi dei medicinali”. L’Organizzazione ha aggiunto che tale accordo “contrasta in modo evidente i valori e i principi legali, umanitari e morali sui quali si fonda l’Unione europea, e che rappresentano tutti i popoli europei”. 

In un comunicato diramato mercoledì 24 ottobre, l’organizzazione ha espresso il proprio stupore per la firma dell’accordo da parte dell’Ue, nonostante essa sia a conoscenza dei rapporti che documentano gli esperimenti clinici ai quali vengono sottoposti i prigionieri palestinesi nelle carceri israeliane, oltre alle atrocità commesse da Israele nei territori occupati. “L’Unione europea, firmando questi accordi si è resa complice dei crimini che Israele commette, ogni giorno, contro i palestinesi. Siamo assolutamente sicuri che se la decisione in merito a tale accordo fosse stata lasciata ai popoli europei, essi l’avrebbero respinta, rifiutando i farmaci macchiati con il sangue e la sofferenza dei palestinesi”, si legge nel comunicato. 

L’organizzazione ha esortato i deputati del parlamento europeo contrari a questo accordo a non arrendersi, e di moltiplicare i loro sforzi per revocarlo. Inoltre essa li ha invitati, per sostenere la loro posizione contraria all’accordo, ad istituire una commissione d’indagine per far luce sugli esperimenti medici condotti nelle carceri israeliane.

Essa si è anche appellata a tutti “gli spiriti liberi” in Europa perché alzino la voce contro questo accordo e facciano delle pressioni sui loro rappresentanti al Parlamento europeo perché venga annullato, e lancino campagne di boicottaggio contro tutti prodotti israeliani. 

Nel comunicato viene anche evidenziato il fatto che la maggior parte delle norme di diritto internazionale e delle sentenze legali confermano che gli esperimenti medici, soprattutto quelli praticati sulle persone protette in tempo di guerra o occupazione, rappresentano un crimine contro l’umanità, alla luce dello Statuto di Roma della Corte Penale Internazionale, che nell’articolo VIII definisce crimine di guerra “assoggettare coloro che si trovano in potere del nemico a mutilazioni fisiche o ad esperimenti medici o scientifici di qualsiasi tipo, non giustificati da trattamenti medici delle persone coinvolte né compiuti nel loro interesse, che cagionano la morte di tali persone o ne danneggiano gravemente la salute”.