Organizzazione per i diritti umani: 1400 malati tra i detenuti palestinesi

Al-Khalil (Hebron) – InfoPal. Un’organizzazione per i diritti umani ha affermato che 1400 prigionieri palestinesi nelle carceri dell’occupazione israeliana stanno soffrendo a causa della “deliberata negligenza medica che contribuisce a peggiorare le loro condizioni di salute”.

L’organizzazione Sostenitori dei prigionieri, in un rapporto pubblicato sabato 29 settembre dal titolo “I prigionieri malati, tra la morte e il ricatto”, ha lanciato l’allarme sulla gravità delle condizioni di salute dei detenuti, e il peggioramento della loro sofferenza nell’ultimo periodo. E ha affermato che “se non si intraprenderanno delle azioni immediate sia a livello arabo che internazionale, per premere sul governo israeliano perché fornisca velocemente tutte le cure necessarie ai malati, e si fermino tutte le forme di ricatto e di estorsione nei loro confronti, alcuni prigionieri usciranno dalle carceri dentro alle bare”.

Nel rapporto si legge: “Nel cosiddetto ospedale di Ramleh, che ospita attualmente 22 prigionieri malati e sottoposti a continue sanzioni, assalti e ispezioni, mancano le cure mediche elementari.

“Inoltre i detenuti sono trasferiti in furgoni speciali, con le mani e i piedi legati e sotto stretta sorveglianza. Nelle prigioni israeliane, in generale, manca il personale medico competente, e spesso quest’ultimo è formato solo da un medico di medicina generale, presente solo per due ore a settimana nella cosiddetta clinica della prigione. Tutto ciò, in aggiunta alla scarsità di medicine – spesso si trovano solo degli anti- dolorifici -, evidenzia l’esasperazione dei prigionieri malati”.

Il rapporto ha anche sottolineato che “un gran numero di prigionieri malati di diabete, pressione alta, complicazioni cardiache e renali, e problemi respiratori, sono stati arrestati. Inoltre, nelle carceri israeliane ci sono 18 detenuti affetti dal cancro che avrebbero bisogno di cure specifiche, ma l’amministrazione carceraria ritarda in modo sistematico le visite mediche, le analisi cliniche e le risonanze magnetiche necessarie, con il conseguente propagarsi del tumore nei corpi dei pazienti”.

Il rapporto ha aggiunto che “alcuni prigionieri soffrono di disturbi psicologici dovuti alle torture subite nei centri per gli interrogatori sotterranei, o ai lunghi periodi trascorsi nelle celle di isolamento”.

La relazione ha osservato che “i prigionieri malati “vengono ricattati e vengono loro estorte confessioni dai servizi segreti israeliani e dalle varie direzioni carcerarie in cambio delle cure mediche. Ciò dimostra che queste ultime sono disponibili, ma vengono fornite solo dopo aver ricattato i pazienti”.