Oscurati canali satellitari persiani. La libertà di informazione occidentale è uno specchietto per le allodole

La guerra mediatica occidentale contro l’Iran è iniziata da tempo, attraverso la grancassa della propaganda che vede l’antico Paese mediorientale come una minaccia per la nostra civiltà, mentre i reali “stati canaglia” – Usa e Israele – sono considerati portatori di pace e benessere per il mondo.

Da oltre un decennio, con l’inizio delle guerre contro Afghanistan e Iraq, abbiamo assistito alla lenta e inesorabile manipolazione della realtà e della semantica, asservita a piani bellici e alla islamofobia, fino ad arrivare ai premi Nobel per la Pace a guerrafondai di professione. Guerrafondai, s’intende, per la pace, perché “la pace è guerra, e la guerra è pace”.

Il Grande Fratello occidentale non vuole voci fuori dal coro e informazioni alternative a quelle che vomita attraverso i media mainstream, ormai quasi tutti uguali, come fossero uno il clone dell’altro, e tutti dediti a inibirci la capacità di pensare e ragionare autonomamente, quelli italiani in modo particolare.

Per preparare meglio la propaganda alle guerre in corso – Siria – e a quella in programmazione – Iran – hanno oscurato due canali satellitari di notizie, Irib e Press Tv, dimostrando come la libertà di stampa e di informazione sia solo uno specchietto per le allodole, e un’arma da brandire quando si vuole parlare, a senso unico, di “diritti umani”.

Ci auguriamo che l’Occidente, sgangherato carrozzone di Stati ostaggio del Pensiero Unico statunitense, con coda araba delle petro-monarchie del Golfo al seguito, riesca a risorgere dalle proprie ceneri di conflitti, ipocrisie e manipolazioni, perché l’Umanità ha diritto a un’alba nuova e non solo a guerre di rapina, riposizionamenti strategici, e fondamentalismi.
Di Angela Lano