Ospedale al-Shifa, Gaza: nessun posto per morire

The Palestine Telegraph. Di Nabil Sunonu.
L’ospedale al-Shifa è uno dei più grandi centri sanitari a Gaza. E’ in funzione ventiquattr’ore al giorno per far fronte all’inasprirsi della situazione sul territorio, quale risultato degli attacchi israeliani. Tale è affrontata con sfide logistiche ed economiche, associate all’inarrestabile impegno delle squadre mediche, della polizia, della comunità e dei dipendenti ospedalieri che forniscono servizi medici in circostanze disastrose.

Mentre il bilancio delle vittime sale e il numero dei feriti civili continua a crescere, le squadre mediche continuano a fornire le migliori cure che possono ai loro pazienti. Il dott. Ashraf al Qidra, portavoce del ministero della Salute, spiega: “Malgrado i loro bassi stipendi e le preoccupazioni per le loro stesse vite, i medici continuano a fornire servizi a tutta la popolazione di Gaza”.

La tragica situazione nella Striscia travolge gli stessi medici. Secondo Qidrah: “Il dott. Majdi Naeim che gestì le emergenze nel 2012, quando Israele attaccò Gaza, si è trovato tra le mani il corpo esanime di suo figlio Abed al Rahman”.

Israele stermina famiglie a decine e provoca migliaia di feriti gravi. Spiega Al Qidrah: “Gli staff medici hanno a che fare con corpi fusi o mutilati o con bruciature di secondo e terzo grado. Tutto ciò colpisce il loro benessere psicologico e aumenta la loro capacità di gestire lo stress”.
Aggiunge: “Il settore medico è in seria necessità di medicine e prodotti medicali; specialmente quelli per le emergenze e le cure intensive. Il 30% delle medicine di base non è disponibile e il 55% dei materiali di uso medico è inesistente. Inoltre, la mancanza di carburante per i gruppi elettrogeni non riesce a coprire le emergenze. Molte volte siamo di fronte all’impossibilità di inviare un’ambulanza. A ciò si aggiunga che l’ospedale può diventare un obiettivo da un minuto all’altro”.

Al momento non ci sono soluzioni alla mancanza di medicine, carburante e materiali di uso medico. Secondo al Qidra: “Non c’è un vero sostegno, abbiamo sentito molte promesse nei media. Ma in realtà nulla si è concretizzato. Tuttavia, siamo determinati a svolgere il nostro dovere fino all’ultimo respiro. Questo è un obbligo nazionale ed etico. Ancora, esigiamo che il governo sia responsabile di tutti i Palestinesi senza discriminazione. Dovrebbero essere pagati gli stipendi di medici, infermieri e tecnici”. E conclude chiedendo: “Se il governo di Riconciliazione Nazionale non avrà un ruolo in questa crisi, poi chi lo avrà?”

Nel frattempo, agenti di polizia stazionano in una piccola stanza allo Shifa, a difesa dell’edificio e per aiutare i civili.
Ayman al Batniji; portavoce della polizia, ha spiegato: “Forniamo assistenza ai civili. Abbiamo avuto una significativa esperienza, nelle strade e all’interno delle organizzazioni, durante i passati attacchi israeliani. Al momento forniamo i nostri servizi a 121 organizzazioni economiche, finanziarie, politiche e diplomatiche presenti a Gaza”.

Ha aggiunto che gli agenti di polizia facilitano l’entrata di casi in ospedale ed impediscono a “individui sospetti” di servirsi della struttura. “Alcuni individui vengono per identificare un morto o un ferito e non sono parenti stretti. Così gli proibiamo di farlo”.
“Non possiamo lasciare che l’ospedale venga preso d’assalto, da gente in preda al panico. Nostro dovere è organizzare l’utilizzo del servizio in qualche modo così da affrontare le emergenze”.

Le forze di sicurezza e la polizia non hanno ricevuto i loro salari dal governo. Spiega Batinaji: “Noi dovremmo essere al servizio della popolazione e non trascureremo i nostri doveri per ragioni economiche”.

Anche gli scout fanno volontariato allo Shifa. Bilat al Halimi, un capo-scout descrive il loro lavoro: “Trasportiamo al pronto soccorso i feriti in auto civili, portandoli individualmente e in modo corretto e fornendo primo soccorso”.

Gli addetti alle pulizie dell’ospedale condividono il senso del dovere con tutti gli altri. Nabil Abu Aqlain, supervisore delle pulizie, sottolinea l’importanza del suo staff e della capacità di mantenere la pulizia dell’ospedale, in più portando a termine le commissioni richieste dallo staff medico. Segnala che lui stesso non ha avuto lo stipendio negli ultimi quattro mesi.

Traduzione di Lucilla Calabria