Otto anni di violazioni e crimini israeliani: il rapporto del PCHR.

Otto anni di violazioni e crimini israeliani: il rapporto del PCHR

Gaza. Questo rapporto sulle violazioni dei diritti umani da parte israeliana nei Territori Occupati Palestinesi (TO) è stato pubblicato in occasione dell’ottavo anniversario dell’Intifada al-Aqsa che scoppiò in seguito alla provocazione compiuta dall’ex primo ministro d’Israele, Ariel Sharon, con la sua visita alla Moschea di al-Aqsa (il Nobile Santuario) nella città occupata di Gerusalemme. 

Negli ultimi 8 anni le forze di occupazione israeliane hanno commesso gravi violazioni del diritto internazionale. Queste violazioni comprendono crimini di guerra compiuti nei confronti di civili palestinesi. Le modalità adoperate non si registrano dai tempi del 1967.  La comunità internazionale ha, a questo proposito, mantenuto il silenzio e, per quanto riguardano i Territori occupati palestinesi, le High Contracting Parties, o Alte Parti Contraenti, che sottoscrissero la IV Convenzione di Ginevra del 1949 hanno rinunciato ai propri doveri, imposti dalla stessa convenzione, tra cui quello di fornire protezione ai civili palestinesi. Il silenzio internazionale ha incoraggiato il governo israeliano e le forze di occupazione nel commettere impunemente ulteriori crimini contro i civili palestinesi.

Per quanto riguarda i casi relativi ai palestinesi nei T.O., l’apparato giudiziario israeliano si è dimostrato del tutto assenteista, soprattutto per quanto riguarda casi che vedono il coinvolgimento dei militari israeliani. Dal 1995, il Centro palestinese per i Diritti umani (Palestinian Centre for Human Rights; PCHR) svolge attività di monitoraggio delle violazioni dei diritti umani nei T.O, ed è giunto alla conclusione che l’apparato giudiziario viene utilizzato allo scopo di fornire coperture legali alle forze di occupazione nel compimento di crimini di guerra contro i civili palestinesi.

Per questi motivi, il PCHR, in collaborazione con un numero di organizzazioni internazionali che si occupano di questioni legali e dei diritti umani, ha utilizzato strumenti legali di tipo internazionale per ricorrere in giudizio contro i criminali di guerra israeliani o presunti tali.

In questo ambito, negli ultimi tre anni, in collaborazione con un numero di organizzazioni internazionali attive nel campo dei diritti umani, con l’intento di ottenere giustizia rispetto ai crimini commessi dalle forze israeliane, il PCHR ha cercato di ricorrere in giudizio, presso i tribunali internazionali, contro criminali di guerra israeliani. Sono state formalizzate accuse contro essi in Svizzera, negli Stati Uniti, nel Regno Unito, in Nuova Zelanda, e in Spagna. Uno dei casi più recenti è stato sollevato a Madrid, contro 6 funzionari israeliani responsabili di crimini di guerra contro civili palestinesi: l’organo giudiziario supremo della Spagna ha accettato il caso, affermando che la questione riceverà la sua piena attenzione. 

Uno dei casi di cui si occupa il PCHR, e che è stato sottoposto all’attenzione dei giudici britannici, riguarda l’ex-Generale maggiore israeliano, Doron Almog, che ha prestato servizio come Comandante sud dell’esercito israeliano dall’8 dicembre 2000 al 7 luglio 2003. Almog ha dovuto sfuggire all’arresto da parte della polizia britannica, munita di un mandato di cattura rilasciato dal Procuratore Generale di Londra, Timothy Workman. Nel caso più recente, una vittima delle torture ha consegnato alle autorità olandesi una domanda affinché queste arrestino Ami Ayalon, ex direttore dello Shin Bet (i servizi generali di sicurezza israeliani), in seguito al mancato arresto da parte delle autorità competenti durante una visita effettuata dall’interessato nei Paesi Bassi nel maggio del 2008.

  

Dati statistici relativi all’Intifada al-Aqsa (29 settembre 2000 – 29 settembre 2008)

Le forze di occupazione hanno ucciso 3.731 civili palestinesi in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza.

Durante scontri armati sono stati uccisi 1.114 palestinesi in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza.

Complessivamente, in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza, sono stati uccisi 4.845 palestinesi (non sono stati inclusi in questa cifra i decessi avvenuti ai posti di controllo militari, quelli di pazienti determinati dallo stato di assedio a cui è sottoposta la Striscia di Gaza, e quelli conseguenti ad attentati compiuti in Israele). 

 

Area

Numero di Vittime

Percentuale

Cisgiordania

1.680

46%

Striscia di Gaza

2.051

54%

 

Alcune categorie di civili palestinesi uccisi dalle forze di occupazione in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza 

Categoria

Numero

Percentuale

Bambini

850

22,87%

Donne

163

4,37%

Personale medico

26

0,70%

Giornalisti

11

0,29%

Internazionali

6

0,16%

 

Palestinesi assassinati dalle f.o. in maniera extra-giudiziaria

 

Categoria

Numero

Persone oggetto di azioni mirate

510

Persone non oggetto di azioni mirate

229

Totale

739

 

Le f.o. hanno devastato almeno 40.485 donum (circa 4.485 ettari) di terra nella Striscia di Gaza e hanno confiscato migliaia di donum in Cisgiordania per favorire l’insediamento dei coloni o la costruzione del Muro di Annessione (Annexation Wall).  

Case demolite dalle f.o. in Cisgiordania dal 2001 al 2007 (statistiche dell’Applied Research Institute – Gerusalemme)

 

Distretto

Numero

Betlemme

135

Gerusalemme

469

Hebron

296

Jenin

147

Qalqilya

52

Tulkarm

137

Salfit

23

Tubas

18

Ramallah

98

Gerico

42

Nablus

189

Totale

1606

  

In sintesi

 

Nei T.O., durante il periodo di stesura del presente rapporto (25 settembre – 8 ottobre 2008), le violazioni del diritto internazionale e del diritto umanitario sono proseguite:

 

Utilizzo di armi da fuoco: nel suddetto periodo, i coloni israeliani hanno ucciso un civile palestinese, e le f.o. hanno ferito 16 altri, tra cui 4 bambini. Hanno anche ferito un attivista scozzese nel campo dei diritti umani (human rights defender).

Sabato 27 settembre, i coloni israeliani hanno sparato contro un civile palestinese uccidendolo. Il civile era del villaggio, ‘Aqraba, a sudest di Nablus. Nel collo, nel petto e nelle gambe ha riportato almeno  20 ferite da arma da fuoco. Il cadavere è stato rinvenuto a quasi un chilometro dalla colonia, “Jetit”, zona proibita ai palestinesi. Pare che i coloni abbiano catturato la vittima e l’abbiano trasferita all’interno della zona 

Nel periodo di stesura del presente rapporto, le f.o. hanno ferito 16 civili e un human rights defender.

Il 27 settembre, è stato ferito un bambino palestinese mentre le truppe delle f.o. hanno aperto il fuoco contro civili palestinesi che uscivano dalle proprie case nel villaggio di Kufor al-Dik, ad ovest di Salfit, con l’intento di reagire ad un’incursione violenta contro il loro villaggio compiuta dai coloni israeliani.

 

Il 4 ottobre, cinque palestinesi sono stati feriti quando le truppe israeliane hanno aperto il fuoco contro civili palestinesi manifestanti nel villaggio di Kufor al-Dik village, ad ovest di Salfit.

 

Il 7 ottobre, un civile palestinese ha riportato ferite da arma di fuoco al campo rifugiati al-Far’a, a sud di Tubas, quando un’unità speciale delle f.o. ha preso d’assalto la sua casa. I testimoni oculari hanno riferito che i militari FIO avevano attaccato la casa per errore, scambiandola per quella di un vicino contro il quale l’azione era originariamente diretta.  

 

Nel suddetto periodo, sono stati feriti otto civili palestinesi, tra cui due bambini ed un human rights defender scozzese quando le f.o. hanno caricato manifestazioni pacifiche di protesta contro la costruzione del Muro d’Annessione nei villaggi di Nil’lin e di Bil’in, a ovest di Ramallah.

 

Nella Striscia di Gaza un pescatore palestinese ha riportato ferite da arma di grosso calibro quando la marina militare israeliana ha aperto il fuoco contro pescherecci palestinesi nel mare antistante la città di Rafah, nel sud della Striscia di Gaza.

 

Incursioni: Nel periodo di stesura del presente rapporto, le f.o. hanno compiuto almeno 38 incursioni militari nella comunità palestinesi della Cisgiordania. Durante queste incursioni, le f.o. hanno arrestato 59 civili palestinesi, tra cui 13 bambini e una donna.

Dall’inizio del 2008, sono 2.033 i civili palestinesi arrestati in Cisgiordania. Durante una serie di incursioni compiute a danno di case, le truppe israeliane hanno percosso diversi civili palestinesi, e, in seguito a questi atti,  alcune famiglie palestinesi hanno dichiarato la perdita di gioielli e di denaro.  

Restrizioni alla libertà di movimento: Le f.o. hanno proseguito nell’imposizione rigorosa dello stato di assedio dei T.O., limitando drasticamente la libertà di movimento dei civili palestinesi nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania, compresa la zona est occupata di Gerusalemme. Durante la sera del mercoledì 8 ottobre 2008, le f.o. hanno imposto una chiusura generale dei T.O. in occasione della festa ebraica di Kippur.

 

Striscia di Gaza

Da più di due anni, le f.o. continuano a bloccare ogni valico di frontiere della Striscia di Gaza. Dal giugno 2007, si è andato intensificando l’assedio di Gaza imposto dalle f.o., con ricadute disastrose per le condizioni umanitarie ed economiche vigenti all’interno della Striscia di Gaza.  

Vengono negati i diritti fondamentali a 1,5 milioni di persone: tra questi diritti, la libertà di movimento, quelli relativi alle condizioni minime di vita, lavoro, salute, istruzione.

 

Nonostante la tregua, o ‘Tahdiya’, tra i gruppi della resistenza palestinese e Israele, ottenuta con l’intermediazione dell’Egitto, siglata il 19 giugno 2008, non ci sono stati dei cambiamenti significativi per quanto riguardano i movimenti dei civili e delle merci attraverso i sei valichi di frontiere della Striscia di Gaza.

Resta tuttora chiuso il Rafah International Crossing Point tra la Striscia di Gaza e il mondo esterno: è l’unico valico di frontiera e via di passaggio che non passi per il territorio israeliano.

L’assedio continua a colpire gravemente i servizi e le infrastrutture sanitarie, che già accusano un calo del 25% nell’affluenza di utenti a causa delle croniche e perduranti carenze di carburante.Vengono negati ai pazienti gravemente ammalati i permessi necessari per accedere ai servizi sanitari necessari ubicati in Cisgiordania, in Israele e all’estero.  

I servizi idrici, compresa la fornitura di acqua potabile e il trattamento di acque di rifiuto o reflue, continuano a risentire pesantemente dalle carenze di carburanti. Ogni giorno, 50-60 milioni di litri di scarichi non trattati o parzialmente trattate vengono scaricati nel Mediterraneo antistante la Striscia di Gaza, con conseguenti rischi per la pubblica salute.

Attualmente, sono in diversi centinaia gli studenti di Gaza che, a causa del divieto di lasciare la Striscia, sono impossibilitati a riprendere gli studi universitari all’estero. Inoltre, fino a 1.200 studenti diplomati hanno fatto domanda per studiare presso università straniere, ma la loro sorte dipende dai permessi rilasciati dalle forze di occupazione.  

Sono circa 900 i palestinesi detenuti presso le carceri israeliane ai quali, dal 6 giugno 2007 in poi, è stato negato ogni diritto a visite dei familiari.

Le perduranti carenze croniche di materiali di costruzione, compreso il cemento, i materiali inerti ed il ferro, hanno portato al collasso l’industria edile di Gaza. Sono stati licenziati migliaia di edili e, a causa di restrizioni insuperabili, sono stati interrotti diversi progetti infrastrutturali di vitale importanza.   

Le forze di sicurezza hanno ripetutamente chiuso i valichi di frontiere della Striscia di Gaza giustificandosi con il lancio contro le città israeliana di razzi di fabbricazione artigianale.

Cisgiordania

Ovunque in Cisgiordania, compresa la zona est occupata di Gerusalemme, perdurano le severe restrizioni imposte dalle f.o. alla libertà di movimento dei civili palestinesi. A migliaia di civili della Cisgiordania e della Striscia di Gaza, l’accesso a Gerusalemme viene tuttora negato.

 

Le f.o. hanno organizzato posti di controllo all’interno della città di Gerusalemme e nei dintorni, nonché severe restrizioni applicate ai palestinesi che intendono recarsi a Gerusalemme. Di frequente viene negata ai civili la possibilità di accedere, per motivi di culto, alla Moschea al-Aqsa di Gerusalemme.

Nelle varie zone della Cisgiordania si trovano circa 630 posti di blocco, con o senza addetti militari. Inoltre, ogni settimana e in tutte le zone della Cisgiordania le f.o. allestiscono circa 60-80 posti di controllo ‘volanti’ o provvisori. 

Al termini dei lavori di costruzione, l’illegale Muro di Annessione si estenderà per 724 chilometri attorno alla Cisgiordania, determinando l’ulteriore isolamento della popolazione nel suo complesso. Attualmente, il muro si estende per 350 chilometri. Circa il 99% del Muro è stato collocato all’interno della stessa Cisgiordania, e costituisce una ulteriore confisca di terre palestinesi.

Le forze di occupazione hanno chiuso o esercitano il pieno controllo su almeno il 65% delle strade principali di collegamento tra 18 comunità palestinesi nella Cisgiordania (47 di 72 strade). 

Sulle strade della Cisgiordania la percorribilità viene limitata su un complesso di percorsi di 500 chilometri e, inoltre, viene negato ai palestinesi sprovvisti del permesso rilasciato dalle f.o. l’accesso a circa un terzo del territorio della Cisgiordania, compresa la zona est occupata di Gerusalemme. Molto difficilmente viene concesso il rilascio di tali permessi.

 

Le f.o. continuano a vessare ed aggredire i manifestanti pacifici che protestano contro la costruzione del Muro di Annessione.

 

Le f.o. continuano a vessare i civili palestinesi anche a Gerusalemme: i fermi e le perquisizioni in strada costituiscono una pratica di normale amministrazione.

Nel periodo di stesura del presente rapporto, le truppe israeliane insediate nei vari posti di controllo hanno arrestato due 2 civili palestinesi.

Le attività dei coloni: le forze di occupazione proseguono nella campagna di insediamento, e i coloni israeliani presenti nei T.O. continuano a violare il diritto internazionale umanitario, compiendo assalti ai danni dei civili palestinesi e dei loro beni. Nel suddetto periodo, i coloni hanno ucciso un civile palestinese (vedi sopra) e, nella Cisgiordania, soprattutto a Hebron, hanno compiuto sette azioni violenti contro civili palestinesi ed ai danni dei loro beni. Sono stati feriti quattro civili palestinesi, tra cui una donna e due pacifisti israeliani. I coloni israeliani hanno anche incendiato deliberatamente decine di olivi.

Violazioni israeliane registrate nel periodo di stesura del presente rapporto (25 settembre – 8 ottobre 2008)

Il rapporto completo è disponibile in rete al seguente indirizzo:

Formato html: http://www.pchrgaza.org/files/W_report/English/2008/09-10-2008.htm

formato pdf: http://www.pchrgaza.org/files/W_report/English/2008/pdf/weekly%20report%2040.pdfhttp://www.pchrgaza.org/files/W_report/English/2008/pdf/weekly%20report%2040.pdf 

Per altre informazioni, contattare il nostro sito web (http://www.pchrgaza.org) o l’ufficio del PCHR a Gaza City, Striscia di Gaza: email (pchr@pchrgaza.org); telefono (+972 (0)8 2824776 – 2825893). 

Traduzione per Infopal di Alexander Synge

 

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