Palestina colonizzata, media egemonici e ribaltamento della realtà oggettiva: la persecuzione della vittima e la vittimizzazione del carnefice

Palestina colonizzata, media egemonici e ribaltamento della realtà oggettiva: la persecuzione della vittima e la vittimizzazione del carnefice

InfoPal. Di Angela Lano. Vogliamo iniziare questo editoriale dichiarando il nostro sostegno umano e politico all’arch. Mohammad Hannoun, presidente API (Associazione dei Palestinesi in Italia) e dell’Abspp odv (Associazione benefica di solidarietà con il popolo palestinese). Hannoun è da anni bersaglio della Israeli Lobby in Italia – che, insieme agli Stati Uniti, è il governo ombra (ormai alla luce del sole) del nostro amato Paese.

Che l’Italia sia una colonia e una base militare USA da quasi 80 anni, a cui si è aggiunta la lobby sionista (i veri padroni a Washington), lo sanno anche le pietre, ma che questo sia divenuto sguaiatamente palese e sfacciato oltre ogni misura, è altra cosa. Prima era, diciamo così, più o meno camuffato, per non dover ammettere pubblicamente che chi comanda davvero in Italia non sono i nostri politici “eletti dal popolo”, bensì Washington, Londra e Tel Aviv, ossia, l’Anglo-America sionista. Un affare terrificante per uno Stato che si spaccia per “nazione” indipendente e democratica. E’ come ammettere la fine del concetto di nazione stesso, come l’hanno descritta studiosi come Ernest Gellner (1) e Benedict Anderson (2): le nazioni sono “costruite” facendo coincidere confini culturali e politici, un senso di “appartenenza” culturale e di valori condivisi, e di uguaglianza.

La nostra nazione, come “comunità immaginata” (per citare Gellner e Anderson) emersa con l’industrializzazione e il nazionalismo per creare omogeneità culturale e sostenere la coesione sociale e il progresso economico, da 80 anni è vittima di stupro sistematico da parte di potenze esterne che impongono alla popolazione autoctona cosa pensare, come agire, che partito votare, cosa mangiare, cosa insegnare a scuola, in cosa credere, a che genere appartenere, come curare i malati e con quali medicine, come amministrare il territorio, chi considerare “persona non grata”, a chi dare “fogli di via” per questioni politiche e ideologiche, a chi chiudere i conti bancari, chi perseguitare, e via dicendo.

Siamo autorizzati a pensare che la “nazione immaginata” chiamata Italia – una bella e tollerante entità territoriale storicamente multietnica e multiculturale, situata nel Mediterraneo, e ponte tra Europa, Africa e Asia -, creata a partire dalla metà del XIX secolo a seguito di “costruzioni sociali, politiche e culturali” (con tanto di società esoterico-massoniche in azione), sia stata ridotta, dalla seconda metà del XX secolo, in una No Man’s Land: una steppa di intrusioni, arbitrarietà, dominazioni politiche, amministrative, economiche, culturali e legali straniere, e di diktat arrivati da Washington e Tel Aviv e prontamente eseguiti da chi, invece, sarebbe chiamato a mantenere ordine e diritti/doveri degli abitanti. CIA, Mossad, Shin Bet agiscono e decretano da decenni sul sovrano suolo italico, e vengono immediatamente “recepiti” dalle nostre varie istituzioni ad esse soggiogate, con la spaventosa (per la democrazia stessa) pressione e manipolazione dei media mainstream – vera e propria emanazione di Poteri ricollegabili all’Anglo-America sionista.

Ovviamente non è solo l’Italia istituzionale e mediatica ostaggio della sopracitata Cupola guerrafondaia e violatrice di ogni diritto umano: lo sono anche organizzazioni internazionali come, ad esempio, le Nazioni Unite, che in questi 13 mesi di olocausto gazawi per mano delle forze militari del regime paria e criminale di Tel Aviv, si limitano a mere e passive condanne, mentre in altri contesti (vedasi l’Iraq e la Libia, solo per citare due dei tanti casi di devastante invasione coloniale), sono state ben attive e “propositive”.

Ma veniamo al caso specifico: la persecuzione politico-mediatica (e chissà, pure giudiziaria) contro il cittadino Hannoun, da oltre 40 anni in Italia, con studi e vita costruiti qui, con figli naturalizzati italiani, e con decenni di impegno umanitario verso i nativi palestinesi vittime di feroce e illegale occupazione israeliana. Una persecuzione scatenata da servizi di intelligence e governo sionisti, quindi entità straniere che, è ben evidente, nel territorio e con le amministrazioni italiane possono fare esattamente ciò vogliono.

E’ così, come dicevamo, da molto tempo, e come molti italiani delle nostre generazioni di adulti ricorderanno, i politici con la schiena un po’ più dritta che hanno cercato di opporsi a questa vergognosa situazione sono stati spazzati via dall’operazione USA chiamata “Mani Pulite”: ricordiamoci della fine fatta fare a Bettino Craxi, un vero patriota se confrontato ai penosi e ridicoli quaquaraquà venduti di oggi.

I fogli di via comminati a Hannoun e a un cittadino egiziano, per aver espresso la propria opinione sui recenti incidenti avvenuti ad Amsterdam dopo la partita di calcio tra l’Ajax e i Maccabi, evidenziano in modo lampante in quale grave pericolo si trovino la democrazia e la nazione italiane, che, sulla scia di altri Stati europei (pensiamo, ahimè, alla Francia!) ormai trasformati in totalitarismi asserviti alla compagine statunitense-israeliana, sono in rotta verso il baratro politico-culturale ed economico, ancor più accentuato dal sostegno suicida ai piani statunitensi e NATO contro la Russia.

“I reali terroristi- afferma Hannoun – sono coloro che finanziano Israele e lo sterminio dei Palestinesi e dei Libanesi. Va denunciato chi invia armi, non io o gli attivisti dei diritti umani. Chi istiga all’odio? Non io, di certo. Sono i coloni israeliani razzisti, ad Amsterdam come in Palestina. Chi appoggia Israele e il genocidio della popolazione gazawi istiga all’odio, al razzismo e all’islamofobia. Sono loro che devono essere espulsi”.

I fatti di Amsterdam e il ribaltamento della realtà oggettiva.

Le tensioni ad Amsterdam, giovedì sera 7 novembre, sono iniziate con cori razzisti di “Morte agli arabi” intonati da bande di israeliani in giro per le strade.

Gruppi di tifosi israeliani sono arrivati nella capitale dei Paesi Bassi mercoledì 6 novembre per seguire la loro squadra di calcio. E che fanno? Si comportano come sono abituati a fare con gli autoctoni di Palestina: aggrediscono e minacciano i locali, gridano slogan razzisti, strappano e bruciano bandiere, lanciano sassi. E la cosa incredibile è che la polizia olandese non interviene.

Giovedì sera, alla fine della partita, escono dallo stadio come branchi di selvaggi e raccolgono mazze e pietre, ma gruppi di cittadini reagiscono, li inseguono, ne picchiano alcuni: cinque tifosi rimangono leggermente feriti e sono trasportati in ospedale, gli altri sono accompagnati in hotel e il giorno seguente in aeroporto.

Tuttavia, non finisce qui. Per qualche ora girano notizie confuse sugli avvenimenti, ma presto scoppia il “caso” politico-mediatico orchestrato dal Mossad, presente tra i tifosi, e dal governo Netanyahu, in ricerca disperata di salvare l’immagine del regime sionista ormai sinonimo di genocidio in tutto il mondo. “Bibi” ne approfitta, capovolgendo la realtà e la dinamica dei fatti: parla di “antisemitismo”, di “Notte dei Cristalli” (la Kristallnacht dei pogrom nazisti del 1938). Ecco, allora, che tifosi ultrà, razzisti e violenti, come per magia, si trasformano in vittime, e le vittime – quelli da loro aggrediti fisicamente e verbalmente – in carnefici. A nulla vale il fatto che queste orde di barbari usciti dalle caverne, e pericolosi per l’ordine pubblico, abbiano gridato slogan razzisti e inneggiato allo sterminio dei palestinesi (“niente scuole a Gaza perché non ci sono più bambini”, “lasciate che le IDF vincano per fottere gli arabi”, “morte agli arabi, morte ai musulmani”, ecc.), e che Israele si stia macchiando del crimine di genocidio (si vedano gli ormai copiosi rapporti ONU e di varie organizzazioni internazionali) contro le popolazioni native palestinese e libanese, che sia in atto un infanticidio e un femminicidio sistematico nella Striscia di Gaza, che i prigionieri palestinesi (anche donne e bambini) siano stuprati nelle carceri, che i coloni in Cisgiordania stiano applicando alla lettera il colonialismo di insediamento, la peggior forma di colonialismo partorita dall’Occidente, e tutto il resto dell’abominio perpetrato sotto gli occhi di tutto il mondo e addirittura pubblicizzato dalla soldataglia sionista… Niente di niente: l’orda ha ragione contro ogni razionalità ed evidenza (da foto, video e testimonianze dirette) dei fatti, e la “vittimizzazione” dei carnefici viene diffusa in eurovisione dai media egemonici, e tutte le istituzioni vi si accodano, in un penoso corteo di orridi prelati medioevali a caccia di streghe da mettere al rogo.

Tutto questo ha un nome: si chiama razzismo anti-arabo, islamofobia e suprematismo occidento-centrico. In una parola: colonialismo. Un colonialismo occidentale razzista mai davvero terminato, nonostante il lungo processo di decolonizzazione amministrativa dell’Africa e del Vicino e Medio Oriente. E se vogliamo aggiungere, per correttezza filologica ed etno-antropologica: antisemitismo contro gli Arabi in generale e i Palestinesi in particolare.

Si tratta di un “riflesso condizionato così forte da appannare la vista e da non permettere più di distinguere tra i fatti e la loro manipolazione”, come scrive splendidamente Giovanni De Mauro su Internazionale, che cita il linguista George Lakoff per spiegarne il meccanismo: “’I frame sono cornici mentali che determinano la nostra visione del mondo e di conseguenza i nostri obiettivi, i nostri progetti, le nostre azioni e i loro esiti più o meno positivi. In politica i frame influiscono sulle scelte e le istituzioni che le attuano. Cambiare i frame significa cambiare le une e le altre. l reframing equivale di fatto a un cambiamento sociale”. Ad Amsterdam, la scorsa settimana, abbiamo assistito a un caso da manuale di reframing“.

Le azioni razziste e incivili degli hooligan israeliani sono state condannate da organizzazioni, individui e gruppi per i diritti umani. Il collettivo ebraico antisionista Erev Rav nei Paesi Bassi ha annunciato in una dichiarazione di aver annullato un evento ad Amsterdam, citando la grande presenza di israeliani sionisti in città che avevano l’intento di continuare gli atti di violenza. Il gruppo ha anche condannato fermamente la gestione della situazione da parte della polizia, dopo la partita, per due notti consecutive.

“Siamo profondamente preoccupati – ha dichiarato il collettivo – che invece di frenare i gruppi che hanno causato disordini in città, tra cui lo strappo di bandiere palestinesi da residenze private e l’impiego di cori razzisti, la polizia abbia permesso che la situazione degenerasse in una diffusa violenza di strada. È preoccupante che gli arresti siano stati selettivi, prendendo di mira principalmente i giovani marocchini locali che si sono confrontati con questi gruppi, mentre i tifosi del Maccabi che hanno avviato le provocazioni non hanno subito conseguenze”.

Va ricordato che durante i Giochi olimpici di Parigi del 2024, gruppi di difesa dei diritti umani avevano chiesto di escludere gli israeliani da tutti gli eventi sportivi in ​​seguito alla sentenza della Corte internazionale di giustizia (ICJ) sui crimini del regime occupante contro i palestinesi nella Striscia di Gaza assediata durante la guerra genocida in corso.

Ma tant’è: media, politici e amministrazioni europee perseguitano le vittime e difendono i carnefici; gli attivisti pro-Palestina vengono arrestati e processati in diversi Paesi dell’Unione Europea, sono inseriti in black-list, si ritrovano con i conti bancari chiusi- su ordine statunitense e israeliano -; le polizie avviano indagini per “istigazione a delinquere”, “istigazione all’odio”, ecc., mentre i media del regime occidentale manipolano i fatti, criminalizzano i soggetti sbagliati e nascondono gli orrori israeliani.

Palestinesi, avanguardia mondiale contro la barbarie e il totalitarismo.

Di fronte a questo paradosso, a questo ribaltamento della verità fattuale e annientamento di ogni logica, ci deve rimanere la lucidità per comprendere che siamo dentro a qualcosa di atroce e disumano: una prigione mentale e fisica, una sempre più visibile rete di ragni mortali che stringono l’umanità, spostandola qua e là come un gregge senza identità e sacrificandola ai loro appetiti voraci. I cittadini occidentali devono avere la consapevolezza, come ha affermato un attivista pro-Palestina brasiliano durante il seminario “A Palestina e o direito internacional”, organizzato il 12 novembre a Brasilia da Cláudia Assaf, diplomatica e docente universitaria, che i Palestinesi sono una coraggiosa avanguardia mondiale contro la barbarie e il totalitarismo, che lotta anche per tutti noi. Dobbiamo, infatti, comprendere che quello che sta succedendo a loro, da 80 anni a questa parte, e con la recrudescenza particolarmente atroce dell’ultimo anno a Gaza e in Cisgiordania, compresa la sperimentazione sul “campo” di armi tecnologiche e devastanti, potrà accadere anche al resto del mondo – Occidente compreso.

Da anni Gaza è un “laboratorio” di sperimentazioni, come è perfettamente spiegato nella puntata di Report del 3 novembre: sperimentazione di armamenti poi venduti sul mercato mondiale, di apparati repressivi e di “sicurezza”, di check-point e barriere, di test farmacologici e patologici sui prigionieri (si veda la recente operazione di guerra biologico-farmacologica globale), di arresti domiciliari di massa, di torture e abusi di ogni tipo e così via. Se pensiamo che ciò che sta accadendo ai Palestinesi e ai Libanesi “non ci riguarda”, perché sono “affari loro” o perché sono “distanti” da noi, siamo davvero illusi e fuori dalla realtà oggettiva. Sta già accadendo “tra noi”, nel nostro pseudo-sicuro mondo occidentale: ne sono esempi recenti la dittatura sanitaria del 2020-2022, la guerra NATO contro la Russia per interposta Ucraina, le persecuzioni arbitrarie su ordine di Mossad, Shin Bet e CIA di cittadini europei, autoctoni e di origine araba – il caso Hannoun è emblematico al riguardo, pur non essendo l’unico.

Ora tocca ai Palestinesi e ai Libanesi, sotto brutale attacco genocida, ma potrebbe succedere all’Europa intera, con know-how repressivo e violento israeliano, volontà statunitense e servilismo dei governanti della UE. Ora sono i Palestinesi della dispora e gli attivisti pro-Palestina in tutto l’Occidente a finire nelle liste di proscrizione o nei report di agenzie sotto copertura (come è successo anche a noi di InfoPal), oggetto di fogli di via, di attacchi mediatici di dittatoriale memoria, di diritti civili violati, di arresti, di invasioni di dimore, di condanne senza processi, di assassinii mirati e quant’altro. Presto potrebbe succedere lo stesso a qualsiasi altro cittadino che dissentisse dai diktat del Sistema dell’Unipolarismo totalitario tossico e in fin di vita – e proprio per questo ancor più incattivito e pericoloso.

In attesa dell’affermazione definitiva del Mondo Multipolare ormai in crescita esponenziale, di un sistema multilaterale basato sui principi del diritto internazionale, rappresentativo, democratico, efficace, trasparente e responsabile, che rifletta le realtà sociali, economiche e politiche e la crescente importanza del Sud del mondo, e della conseguente ed inevitabile, e molto auspicata, fine dell’Occidente egemonico dominato dall’Anglo-America sionista, guerrafondaia e schiavizzatrice di popoli, non ci resta che dire: “siamo tutti Palestinesi”, “siamo tutti Mohammad Hannoun”.

(1) Ernest Gellner, “Nations and Nationalism”, 1983, e altri studi.

(2) Benedict Anderson, “Comunità immaginate. Origini e diffusione dei nazionalismi”, 1983.