Palestina: le forze israeliane fanno irruzione nelle case editrici e violano la libertà di parola

Global Research 25 giugno 2014

Domenica 22 giugno, alle 4 del mattino, le forze di occupazione israeliane hanno fatto irruzione negli uffici della Turbo Computers and Software Co. Ltd, società di grafica fondata nel 1985 e casa editrice della rivista This Week in Palestine e in quelli dell’azienda consociata, Jeel Publishing Co. Ltd, casa editrice della rivista dei giovani arabi Filistin Ashabab. Sono stati sequestrati sette computer con server annessi, ostacolando seriamente l’attività operativa delle due aziende.

In qualità di società private, condanniamo tale azione che non solo viola chiaramente i nostri diritti personali, inclusa la libertà di espressione, ma mette anche a repentaglio il sostentamento dei nostri dipendenti.

Durante trent’anni di operato, non ci siamo schierati per alcuna affiliazione politica. Offriamo servizi di progettazione grafica e gestione stampa a una vasta gamma di istituzioni, locali e internazionali, tra cui l’ufficio di Presidenza.

This Week in Palestine è una pubblicazione culturale apolitica, esistente da quindici anni, che promuove e documenta fatti della Palestina; Filistin Ashabab è una piattaforma per i giovani palestinesi utilizzata per esprimere e sviluppare le loro abilità di scrittura, nonché quelle fotografiche e artistiche.

Esortiamo la comunità internazionale, in particolare le autorità degli Stati Uniti e dell’Unione Europea, che tentano di incoraggiare lo sviluppo del settore privato in Palestina, a dare voce alla propria opinione in merito a queste azioni barbariche e a riconoscere gli ostacoli affrontati da noi palestinesi in quanto popolazione sotto occupazione militare.

Azioni come queste, se perpetrate ripetutamente, intralciano la realizzazione del nostro potenziale economico e minacciano i nostri investimenti e, soprattutto, il sostentamento della nostra gente.

L’attacco a This Week in Palestine e Filistin Ashabab rappresenta un chiaro messaggio per i nostri lettori, ossia che verranno privati dell’accesso a queste due riviste palestinesi indipendenti. E’ nostra premura assicurare che continueremo a pubblicarle entrambe nonostante le difficoltà, al fine di dare il nostro contributo alla costruzione di una società che noi tutti sogniamo, ossia indipendente, secolare e pluralistica.

Contestiamo il modo incivile con cui sono stati violati i nostri diritti e sequestrati i nostri computer. Grazie all’odierna tecnologia, chiunque può facilmente entrare in qualsiasi sistema e avere accesso totale ai file. Essendo società trasparenti, non abbiamo nulla da nascondere né costituiamo minaccia per la sicurezza di alcuno.

Chiediamo l’immediata restituzione dei nostri computer e riteniamo le autorità israeliane responsabili dell’integrità dei dati raccolti su cui abbiamo lavorato per più di vent’anni.

Infine, ci riserviamo il diritto di rivendicare la riparazione dei danni causati e d’intraprendere un’azione legale, a livello locale e internazionale.

Traduzione di Patrizia Stellato