La Palestina riconosce la giurisdizione della Corte Penale Internazionale relativamente al periodo della guerra a Gaza

L’Aia-Ma’an. La Corte Penale Internazionale ha dichiarato che l’Anp ha formalmente accettato la sua giurisdizione per indagare sui presunti crimini di guerra commessi durante la scorsa estate a Gaza.

La dichiarazione consente alla CPI di prendere in esame i presunti reati commessi a partire dal 13 giugno 2014 (data di avvio dell’operazione militare israeliana), ma non comporta l’automatica apertura delle indagini da parte della Corte.

La Palestina ha richiesto formalmente di accedere alla Corte Internazionale dell’Aia, mossa propedeutica a un’eventuale azione legale contro Israele per presunti crimini di guerra nei territori occupati, scatenando una reazione molto contrariata da parte di Israele.

L’accettazione della giurisdizione della Corte Penale Internazionale non coincide con l’adesione allo Statuto di Roma, suo trattato istitutivo. L’ONU sta ancora vagliando la documentazione per l’adesione alla Corte.

Secondo la dichiarazione ufficiale della CPI, “Il 1ç gennaio 2015, il Cancelliere della Corte Penale Internazionale, Herman von Hebel, ha ricevuto un documento da parte del governo palestinese, che dichiarava l’accettazione della giurisdizione della Corte a partire dal 13 giugno 2014”.

Il 13 giugno Israele ha dato inizio a un massiccio giro di vite in Cisgiordania, dopo il rapimento e il successivo omicidio di tre adolescenti israeliani. La catena di eventi che si è succeduta ha condotto a un attacco di sette settimane contro Gaza, durante il quale sono morticirca 2.200 palestinesi e 73 israeliani.

“L’accettazione della giurisdizione della CPI non coincide con l’apertura automatica di un’indagine”, ha aggiunto il Tribunale.

La Corte Penale Internazionale può perseguire imputati accusati di genocidio, crimini contro l’umanità e crimini di guerra dal 1° luglio 2002, data dell’entrata in vigore dello Statuto di Roma.

La giurisdizione della CPI è valida solo a partire da quella data, tuttavia coloro che aderiscono in un secondo momento possono accettare l’autorità della corte anche retroattivamente.

Finora, 122 paesi hanno ratificato lo Statuto di Roma, con alcune defezioni d’eccellenza, tra cui quella statunitense e israeliana.

L’adesione alla CPI rappresenta un cambiamento di strategia per i palestinesi, che stanno cercando di spostare la questione del riconoscimento dello stato su scala internazionale e di discostarsi dai processi di pace a guida statunitense, ormai in una fase di stallo.

Il Presidente Mahmoud Abbas ha sottoscritto le richieste di adesione alla CPI e ad altre 16 convenzioni dopo il respingimento, da parte del Consiglio di Sicurezza, di una risoluzione che avrebbe aperto la strada al riconoscimento dello Stato Palestinese.

Gli Stati Uniti hanno definito “controproducente” la richiesta di accesso alla Corte Penale Internazionale.

Sabato Israele, palesemente contrariato, ha ritardato il trasferimento di 127 milioni di dollari di tasse raccolte per conto dei palestinesi, come ritorsione contro il tentativo di ritenerlo responsabile di crimini di guerra.

Traduzione di Romana Rubeo