Palestinese che ha aiutato vittime del terremoto in Turchia ucciso da proiettili israeliani

Ramallah – MEMO. Sameh Aktash, un palestinese che di recente ha aiutato le vittime delle scosse del 6 febbraio in Turchia, ha affrontato il suo destino al ritorno nel suo Paese: è stato ucciso a colpi d’arma da fuoco israeliani nella Cisgiordania occupata.

Aktash, 37 anni, del quale la famiglia dice che “amava la vita e aiutava gli altri nella sua città natale e in Turchia, che adorava”, è stato colpito all’addome.

Aktash è stato ucciso e decine di altri sono stati feriti, domenica, in attacchi condotti da coloni sotto la protezione dell’esercito israeliano nella cittadina di Zatara, a sud di Nablus, secondo il ministero della Salute palestinese.

I coloni hanno compiuto atti di rivolta nelle cittadine di Huwara, Beita, Asira al-Qibliya, Burin e Zatara, dopo che due israeliani sono stati uccisi in un attacco a colpi d’arma da fuoco contro la loro auto vicino a Huwwara.

Opere di carità.

Il fratello maggiore di Sameh, Wasel Aktash, 52 anni, ha detto che il fratello “amava la vita ed era misericordioso con le persone. Era un predicatore e amava molto la Turchia”.

Wasel ha dichiarato ad Anadolu che “Sameh è andato per 40 giorni come predicatore in Turchia e lui, come la sua famiglia, ha forti relazioni con amici e commercianti nel sud della Turchia”.

Sameh ha visitato la Turchia diverse volte con la sua famiglia e, quando si è verificato il terremoto, ha deciso di andare a prestare assistenza alle popolazioni colpite e, in coordinamento con il fratello Yasser, che vive nella città di Bursa, nella Turchia nord-occidentale, ha prestato aiuto alle vittime del terremoto.

“Sameh ha distribuito circa due camion di generi alimentari, coperte e lenzuola nelle zone turche colpite dal terremoto”, ha dichiarato il fratello.

“Quello che abbiamo offerto ai fratelli in Turchia è poco, ed è qualcosa che non va menzionato, e loro hanno un grande posto nei nostri cuori”, ha detto Wasel.

Sameh ha raccontato alla sua famiglia le tristi storie sull’entità della distruzione e sulle sofferenze delle persone colpite dal terremoto in Turchia. Al suo ritorno in Cisgiordania, ha iniziato a collaborare con il Comune di Beita per acquistare attrezzature, gru e sensori termici da utilizzare in caso di terremoto in Palestina.