Ramallah–Ma’an. Venerdì un uomo palestinese è morto dopo essere stato sottoposto a un’eccessiva inalazione di gas lacrimogeni quando la stessa mattina le forze israeliane avevano lanciato numerose bombe a gas sui palestinesi che attraversavano il checkpoint fra Ramallah e Gerusalemme per partecipare alle preghiere nella moschea di Al–Aqsa.
L’uomo, identificato dalle fonti mediche come Muhammad Mustafa Habash, 63, del villaggio di Asira al-Shamaliya, a nord del distretto di Nablus, nella Cisgiordania occupata, è stato fra i 40 palestinesi rimasti gravemente intossicati dai gas lacrimogeni durante gli scontri al checkpoint di Qalandiya.
I testimoni hanno raccontato a Ma’an che le forze israeliane hanno impedito ai paramedici della Mezzaluna Rossa di curare l’uomo all’inizio degli scontri. Alla fine, sono stati in grado di raggiungerlo e l’hanno portato all’ospedale governativo di Ramallah, dove è stato posto in terapia intensiva.
Il ministero della Salute ha poi annunciato la sua morte.
Un portavoce dell’esercito ha riferito a Ma’an che stavano cercando fra i rapporti.
Un portavoce della Mezzaluna Rossa non era immediatamente disponibile per un commento.
Gli scontri sono scoppiati fra le forze israeliane e i palestinesi sotto i 40 anni, a cui era stato impedito di attraversare il checkpoint per prendere parte alle preghiere dell’ultimo venerdì del mese santo del Ramadan.
Secondo i testimoni, i soldati hanno anche picchiato i palestinesi con i calci dei fucili e con i manganelli.
Traduzione di F.G.