I palestinesi di Gaza e della Cisgiordania firmano un memorandum comune contro gli insediamenti

Gaza-PIC. Mercoledì scorso, il Dipartimento per gli Affari dei rifugiati di Hamas ha reso pubblico il più corposo e articolato rapporto di protesta contro gli insediamenti e il muro dell’apartheid in Palestina.

L’evento è stato organizzato di fronte al Consiglio Legislativo Palestinese (CLP) a Gaza, in collaborazione con il Centro per il Patrimonio al-Assour, con sede a Silwad, Ramallah.

Il documento è stato firmato da Ismail Haneyya, vicepresidente dell’ufficio politico di Hamas,  dai parlamentari, rappresentativi delle varie fazioni palestinesi, e da figure di spicco: tutti hanno ribadito la non negoziabilità dei diritti del popolo palestinese.

Un importante memorandum

Il rapporto, considerato il più corposo memorandum di protesta contro l’insediamento e il muro dell’apartheid mai prodotto finora, ha raccolto circa 10.500 firme, e sarà consegnato contemporaneamente agli uffici di rappresentanza dell’ONU a Gaza e in Cisgiordania.

Issam Udwan, capo del Dipartimento per gli Affari dei rifugiati di Hamas, ha dichiarato in conferenza stampa che il documento sarà presentato all’ufficio di rappresentanza delle Nazioni Unite il 14 maggio 2015, dopo la firma di esponenti di spicco e rappresentanti delle fazioni palestinesi. Ha anche sottolineato l’importanza dell’evento, che intende ribadire la contrarietà agli insediamenti che espropriano illegalmente terre appartenenti alla Palestina e al muro dell’apartheid che divide i territori.

Udwan ha illustrato la folle campagna di espropriazione delle terre palestinesi da parte di Israele e ha accennato alla decisione israeliana di demolire 50 case nei territori occupati nel 1948.

Un dovere di tutti i Palestinesi

Il Segretario Generale del Movimento al-Ahrar, Khaled Abu Hilal, ha dichiarato ai nostri microfoni: “Siamo qui oggi a siglare questo documento perché è il nostro dovere di palestinesi e perché vogliamo lanciare un allarme contro gli insediamenti israeliani e il muro dell’apartheid, che divide i territori e preclude la strada verso l’unità palestinese.” Ha infine evidenziato l’importanza di procedere nel cammino dell’unità.

Rispetto dei diritti

Il leader del Jihad Islamico, Khader Habib, ha invece dichiarato: “Siamo qui, oggi, per ribadire il nostro diritto  a riappropriarci di tutta la terra palestinese e a ricordare che non scenderemo a compromessi e non rinunceremo neanche al più piccolo dei diritti che spettano al nostro popolo”.

Ha poi aggiunto: “La nostra è una voce che si leva contro i crimini perpetrati da Israele nel silenzio e nella complicità della comunità internazionale”.

Ha poi rivolto un appello alle Nazioni Unite, chiedendo di assolvere il loro compito e di fermare i crimini disumani commessi da Israele infrangendo ogni norma e convenzione di diritto internazionale.

Traduzione di Romana Rubeo