Palestinesi di Gaza prigionieri di Israele.


Infopal.

Di Elisa Gennaro

Come tutte le sanguinarie guerra sioniste contro i palestinesi: assassinio di un’intera popolazione, anche questa ha i suoi prigionieri.

Per una volta, non si intende la Striscia di Gaza, chiusa nella propria terra tombale o la Cisgiordania, frammentata e asfissiata dal cemento di colonie e muri illegali.

Tra le numerose immagini e notizie su quanto sta accadendo a Gaza, ve n’è una, alquanto oscura, anche questa in perfetto stile sionista.

Giorni fa infatti, la TV qatairota Al Jazeera, che dal 28 dicembre ha dedicato l’intera programmazione alla guerra israeliana contro Gaza, ha mandato in onda un video di arresti di massa da parte dell’esercito israeliano.

Tuttavia, oltre alle immagini di numerosi gazesi bendati, con i polsi legati e fatti piegare per terra dai soldati israeliani, nulla più di sa sull’accaduto.


http://it.youtube.com/watch?v=UfeU2hkulLA


A proposito, è intervenuto, il dott. Jamal Zahalqa, presidente del Gruppo nazionale democratico (dei territori del 1948) che nei giorni scorsi, ha ricevuto numerose telefonate dai familiari dei palestinesi scomparsi da Gaza.

Molti sarebbero stati assassinati a sangue freddo e gettati in fosse comuni mentre, la destinazione dei restanti sarebbe una nuova prigione, creata ad hoc da Israele per i gazesi arrestati in questa operazione.

Il loro numero però, resta sconosciuto e anche la Croce Rossa, che di norma è l’unica organizzazione ad avere accesso alle informazioni sui prigionieri palestinesi, non ha alcun dato e non ha ricevuto alcuna notifica sull’accaduto.

Secondo Zahalqa, lo stato maggiore israeliano avrebbe dato il via libera ai soldati,  rilasciando loro piena libertà di azione e in un contesto di guerra, questo si traduce con il massacro della popolazione palestinese.  

Il tutto dietro garanzia di totale protezione ovvero, di totale immunita’ processuale.

 

Questa volta si sta colpendo l’intera popolazione di Gaza, messa alle strette di fronte un’altra Nakba.

Infatti, i gazesi di Rafah – sud della Striscia di Gaza, al confine con l’Egitto – hanno abbandonato le proprie abitazioni ripiegando dove hanno potuto, spesso presso parenti ma, data la portata di questa guerra che non lascia alcuno spazio di sicurezza, nessuno è in grado di sapere se sopravviverà alla brutalità israeliana.

Esattamente come accadde nelle passate guerre sioniste dirette a strappare la Palestina ai palestinesi, anche questa volta Israele non ha esitato a beffare una popolazione stremata dalla mancanza di tutti i diritti umani basilari.

Nei giorni in cui l’attacco terrestre israeliano era imminente, infatti, sono stati lanciati dei volantini sull’intera Striscia di Gaza in cui i sionisti esortavano a collaborare nella repressione di Hamas mentre, via sms, Israele ha invitato gli abitanti di Rafah ad abbandonare le proprie abitazioni.

Cosa accadrebbe se solo le frontiere di Gaza fossero aperte?

Un’altra Nakba, un’altra tragedia dell’esilio per i palestinesi.

Seguendo gli avvenimenti che riguardano la frontiera con l’Egitto, questa tragica possibilità, allora, non è ancora esclusa.

 

Non avendo obiettivi chiari, Israele ha colpito tutta la popolazione di Gaza, producendo l’effetto contrario alle sue dichiarazioni di guerra pubbliche ma in linea con le sue reali intenzioni: ha radicato la resistenza in tutte le case, in tutti i gazesi.

Queste le parole di Khaled Mesha’al rilasciate due giorni fa ad Al Jazeera.

Da Damasco, il leader di Hamas ha richiamato ad una terza Intifada rivolgendosi ai palestinesi della Cisgiordania e a tutti i popoli musulmani.

Sebbene in questa guerra Mesha’al intraveda l’inizo del declino di Israele,  ha richiesto la sollevazione di tutti per Gaza che non può più  farcela da sola e soprattutto, ha escluso attualmente qualunque spazio per la pace.

 

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