I Palestinesi lanciano un appello al boicottaggio dei tribunali israeliani

241900723Ramallah – PIC. La Società per gli affari dei prigionieri e il club del prigioniero palestinese hanno accusato i tribunali israeliani di estremismo e razzismo verso i prigionieri palestinesi. Hanno lanciato un appello al boicottaggio e all’elaborazione di una strategia nazionale per opporvisi.

Lo hanno fatto durante una conferenza stampa tenutasi domenica a Ramallah, in presenza della moglie del prigioniero Nael Barghouthi e del padre di Abdul-Fattah al-Sharif.

“Il tribunale israeliano che ha condannato a un anno e mezzo di prigione il soldato che ha ucciso Abdul-Fattah al-Sharif a sangue freddo è lo stesso tribunale che ha condannato all’ergastolo il prigioniero Nael Barghouti. Queste sentenze sono una commedia, un disprezzo verso il popolo palestinese e un’espressione di fascismo e razzismo da parte dei tribunali militari dell’occupazione”, ha dichiarato Issa Qaraqe, capo del corpo degli affari dei prigionieri e liberati.

“E’ necessario cominciare a boicottare i tribunali israeliani, ha riferito, fino a che non condanneranno in contumacia”.

Il capo del club dei prigionieri palestinesi, Qadoura Fares ha insistito sull’importanza di elaborare una strategia nazionale palestinese chiara riguardo alla questione dei prigionieri.

Ha richiamato il Comitato nazionale a seguire i casi della  Corte Penale Internazionale al fine di preparare delle domande precise e chiare.

Sui tribunali militari dell’occupazione, ha dichiarato : “Abbiamo ascoltato vari esperti internazionali, i quali hanno confermato che dobbiamo smetterla di presentarci davanti ai tribunali israeliani e di trasmettere le domande ai tribunali internazionali”.

Il padre di al-Sharif ha dichiarato che la condanna emessa contro il soldato Azarya, che ha ucciso suo figlio, è assurda e che il processo è stato una commedia.

La moglie del prigioniero Nael Barghouthi dichiara che la famiglia è ancora profondamente scioccata dalla decisione, che definisce fascista, contro suo marito.

Spiega che queste vicende, che riguardano suo marito e gli altri prigionieri che sono stati imprigionati nuovamente dopo essere stati rilasciati nelle operazioni di scambio dei prigionieri, dovrebbero essere portate all’attenzione della comunità internazionale. Riferisce, inoltre, i dettagli della causa di suo marito, nelle prigioni sioniste da più di 36 anni.

Traduzione di Chiara Parisi