Ramallah. Martedì, la famiglia del prigioniero Athal al-Azzeh, 14 anni, ha organizzato una manifestazione davanti alla prigione di Ofer, a ovest di Ramallah, in segno di solidarietà con il bambino.
Attivisti palestinesi, oltre alla famiglia di al-Azzeh, hanno partecipato alla manifestazione mentre Athal era sotto processo alla corte di Ofer.
Il padre di Azzeh, Ahmad, ha dichiarato che i soldati israeliani hanno arrestato suo figlio il 15 di aprile dopo averlo picchiato mentre stava andando a casa di sua nonna, nel campo profughi di al-Azzeh (Beit Jibrin Camp), a Betlemme.
“Gli inquirenti stanno facendo pressioni su di lui, con tutti i mezzi, perché confessi cose che non ha fatto”, ha detto il padre, spiegando che suo figlio è interrogato in assenza di un membro della sua famiglia o di un avvocato.
Ha aggiunto che il bambino è esausto ed è stato privato del sonno mentre veniva sottoposto a un lungo interrogatorio dopo la mezzanotte.
Nel frattempo, il gruppo “Lawyers for Justice” ha chiesto la liberazione del bambino dalle carceri israeliane, confermando che i veicoli militari israeliani lo hanno intercettato e trascinato per oltre mezzo chilometro mentre si dirigeva verso la casa del nonno.
Il gruppo ha confermato che il bambino è stato brutalmente aggredito e picchiato durante il suo arresto all’ingresso nord del campo profughi di Betlemme.
La Commissione per gli affari dei prigionieri e degli ex prigionieri ha affermato che ci sono 160 minori palestinesi detenuti nelle carceri israeliane.
(Fonti: PIC e Wafa).
(Foto: PIC e WAFA Images/Baha Nasr).