Palestinesi muoiono di fame nel campo profughi in mano ad al-Qa’ida in Siria. An-Nusra supportato da Israele

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Fame, malattie e mancanza di speranza abbondano nel campo profughi palestinese dello Yarmouk, a Damasco. Nonostante un’agenzia delle Nazioni Unite sia riuscita a fare la prima consegna di aiuti alimentari dopo settimane, nel campo in mano ai ribelli molte persone stanno per morire di fame.
Il campo si trova al confine del territorio che il governo siriano considera sotto il proprio controllo, in un quartiere meridionale di Damasco, a 5 miglia dal centro della capitale.
Le forze ribelli controllano il campo da oltre un anno, e l’esercito ha iniziato un assedio lo scorso giugno. Niente e nessuno ne entra o ne esce, e 18 mila persone sono costrette in un limbo.
Alcuni dei palestinesi vivono nel campo da decenni, vittime del conflitto con Israele, e attendono ora disperatamente una soluzione del conflitto.
Russia Today (Rt) si è avvicinata il più possibile al campo sotto la supervisione del governo, per osservare le fasi delle urgenti consegne alimentari di cui l’Unrwa si sta occupando, aiutata dalle autorità palestinese e siriana.
In alcuni casi, a donne e persone anziane è stato concesso di uscire dal campo per fare provviste. Si sapeva che avrebbero fatto ritorno essendo le loro famiglie intrappolate nel campo.
“La situazione è disperata, ho molta fame – non abbiamo da mangiare”, ha detto una donna a Maria Finoshina di Rt. L’accesso al campo è impedito dai cecchini pronti a sparare su chiunque cerchi di accedervi.
L’Unrwa spera di poter continuare a fornire gli aiuti alimentari. Lo scorso giovedì è riuscita a fare la prima consegna in due settimane, 1000 pacchi di cibo, la consegna più grossa.
Chris Gunnes, portavoce dell’Unrwa, ha dichiarato che “la distribuzione sta continuando. Questo è stato il primo aiuto a entrare nel campo dal 21 gennaio scorso”.
Un altro convoglio è entrato nel campo venerdì.
Parlando alla Reuters, Gunnes ha dichiarato che l’agenzia spera di “poter continuare e di aumentare gli aiuti… col passare delle ore le necessità aumentano”.
Pure in tale clima di disperazione, le versioni su cosa realmente stia accadendo sono molto diverse. Secondo la Reuters, l’Unrwa sarebbe al corrente del fatto che uno dei suoi ultimi convogli è stato attaccato dalle forze governative, determinate a lasciar morire di fame i rifugiati palestinesi. La stessa versione è ripetuta dagli attivisti dell’opposizione, secondo i quali il governo userebbe la fame come un’arma.
Ma intanto, nello Yarmouk le famiglie continuano a sparire – e i principali responsabili sembrano essere le forze ribelli.
“Non c’è cibo, non c’è niente da mangiare o da bere, i militanti si trovano all’interno”, ha dichiarato un abitante a Rt. “Giuro sull’anima del Profeta, vogliamo che ciò abbia fine. Qual è la nostra colpa? Vogliamo uscire da qui”.
Un altro abitante aggiunge: “Non possiamo andarcene – i militanti ce lo impediscono”.
Dallo scorso giugno sono morte 85 persone, e in molti temono che la cifra aumenti se gli aiuti non vengono riavviati e se non si inizia a far passare i rifornimenti con regolarità.
La situazione di stallo continua ormai da mesi, e non si vede una fine – nonostante le autorità palestinesi si siano attivate.
L’ambasciatore palestinese in Siria, Mahmoud Al-Khaldi, ha dichiarato a Rt che “le autorità stanno negoziando con i militanti per convincerli ad andarsene. Gli diciamo che questo posto non ha importanza, che queste sono persone normali – non otterranno un risultato strategico. Abbiamo avuto tre fasi di colloqui, ma abbiamo fallito. Dubito che accetteranno – è chiaro”.
L’assedio è una tattica dei ribelli testata da tre anni ormai. Subito fuori Damasco, la città di ‘Adra è sotto assedio dalla metà di dicembre 2013, e coloro che non sono riusciti a fuggire in tempo vengono tenuti prigionieri nelle loro abitazioni e utilizzati come scudi umani nel caso in cui le forze governative decidessero di entrare nella cittadina con la forza. Esse si trovano ora accampate fuori da ‘Adra – ma non possono prenderla d’assalto per paura di causare vittime tra la popolazione civile.
Anwar Raja, del Fronte popolare per la liberazione della Palestina, vede le tattiche dei ribelli come una mossa ovvia per suggerire la complicità del governo nella sofferenza del suo popolo.
“Il Fronte an-Nusra e i gruppi Takfiri stanno approfittando della fame della gente. Vogliono dire al mondo: ‘Vedete, la gente ha fame’. È come se gli abitanti fossero rapiti all’interno delle loro case, e i militanti negoziano con le loro anime”, dice Raja.
Vogliono far credere che lo Stato siriano assedi i palestinesi nel campo. Vogliono rovesciare la realtà dicendo che il governo siriano fa parte delle forze assassine, che non fa nulla per proteggere la popolazione. Vogliono che la gente odi il regime”.
Secondo Raja, un piano di evacuazione per far uscire centinaia di abitanti dallo Yarmouk è stato realizzato con la Mezzaluna rossa araba siriana. Sabato scorso l’Osservatorio siriano per i diritti umani ha dichiarato che gli evacuati sono stati trasportati in diversi ospedali, ma non si è riusciti a raggiungere la Mezzaluna rossa per avere conferma dei dettagli dell’operazione.
Traduzione di Stefano Di Felice