I Palestinesi ricordano il Primo Maggio con una disoccupazione elevata e dure condizioni di lavoro

6beb9054-5998-45f8-afad-295bcd308ed3Betlemme-Ma’an. Mentre il mondo celebra la Giornata Internazionale dei Lavoratori (Primo Maggio), i lavoratori dei Territori Palestinesi continuano a soffrire per l’aumento della disoccupazione, la povertà e altre condizioni di lavoro terribili.

Il tasso medio di disoccupazione nei Territori Palestinesi è stato del 26 per cento nel 2015: nella Cisgiordania occupata, la disoccupazione era del 17 per cento, a fronte di una sconcertante 41 per cento nella Striscia di Gaza assediata, secondo il Palestinian Central Bureau of Statistics (PCBS). I sindacati nella Striscia di Gaza stimano una disoccupazione  che ha raggiunto il 60 per cento.

Il PCBS ritiene che circa 336.000 persone siano disoccupate in Cisgiordania e 193.000 nella Striscia di Gaza.

La partecipazione degli uomini alla forza lavoro palestinese era di circa quattro volte superiore a quella delle donne nel 2015. Con un tasso di disoccupazione del 60 per cento, le donne nella Striscia di Gaza erano le più vulnerabili dell’intero territorio palestinese.

Circa il 36 per cento dei dipendenti nel settore privato ha ricevuto meno del salario minimo nei Territori Palestinesi nel 2015.

I lavoratori del distretto di Hebron, nel sud della Cisgiordania occupata, avevano guadagnato molto meno del salario minimo, con uno stipendio medio mensile di  986 shekel (263,75 dollari), contro il minimo di 1.450 shekel (387,85 dollari).

Nella Striscia di Gaza, ai lavoratori è andata ancora peggio, con un stipendio medio mensile di 733 shekel (196 dollari), visto che il 67 per cento della forza lavoro guadagna meno del salario minimo.

La maggior parte dei lavoratori nei Territori Palestinesi Occupati lavora senza indennità – solo il 21 per cento dei dipendenti ha avuto accesso alla pensione o a prestazioni di servizi; il 22 per cento a ferie retribuite, il 23 per cento a congedi per malattia, e il 35 per cento delle dipendenti al congedo per maternità.

La povertà debilitante e la mancanza di lavoro spingono molti lavoratori della Cisgiordania occupata ad entrare in Israele illegalmente passando attraverso i varchi nel Muro di separazione (Apartheid, ndr) israeliano, rischiando di essere colpiti dalle forze israeliane con proiettili d’acciaio rivestiti di gomma o proiettili veri durante il tentativo.

Nel mese di  marzo, Sarit Michaeli, portavoce di B’Tselem, ha dichiarato a Ma’an che la continua occupazione israeliana dei Territori Palestinesi e il suo reale effetto paralizzante sull’economia palestinese significa che “è obbligato a trovare il modo per portare i lavoratori palestinesi in Israele”.

Il PCBS stima che nel 2015 ci siano stati ben 36.400 lavoratori palestinesi senza documenti, sebbene la maggior parte di questi fosse impiegata negli insediamenti illegali.

Traduzione di Edy Meroli