Parlamentari europei chiedono ad Israele di garantire a giornalisti palestinesi diritto di movimento

Ginevra – WAFA. Un gruppo di diversi partiti, composto da 20 membri del Parlamento europeo (MEP), ha co-firmato una petizione organizzata congiuntamente da Euro-Med Monitor e Reporter senza frontiere (RSF), chiedendo che Israele garantisca la libertà di movimento dei giornalisti palestinesi.

La petizione fa seguito a un rapporto pubblicato da Euro-Med Monitor a novembre dello scorso anno, intitolato “Punishing Journalists: Israel’s Restrictions on Freedom of Movement”. Il rapporto ha documentato le testimonianze di numerosi giornalisti palestinesi, i quali affermavano che le autorità israeliane limitavano gravemente la loro libertà di movimento dentro, fuori e tra Gaza, la Cisgiordania e Gerusalemme Est, come forma di punizione o merce di scambio.

Il rapporto rivela come i servizi di sicurezza israeliani abbiano utilizzato i divieti di viaggio per costringere i giornalisti palestinesi a collaborare contro altri palestinesi, o per astenersi dal lavorare con determinati uffici stampa o dal realizzare servizi su determinati argomenti. Alcuni giornalisti affermano inoltre che, dopo aver rifiutato le richieste delle autorità israeliane, sono stati oggetto di diverse forme di intimidazione e molestia, tra cui incursioni domestiche, detenzioni arbitrarie e interrogatori violenti.

La petizione esprimeva seria preoccupazione per l’uso, da parte delle autorità israeliane, di restrizioni arbitrarie, come divieti di viaggio, detenzioni o irruzioni domiciliari contro giornalisti palestinesi. “Tali misure rappresentano una seria minaccia per l’indipendenza del giornalismo palestinese e per la libertà di parola e di espressione nei territori palestinesi occupati”, si legge nella petizione.

Gli eurodeputati firmatari hanno chiesto a Israele di revocare tutti i divieti di viaggio arbitrari contro i giornalisti palestinesi a Gaza, in Cisgiordania e nella Gerusalemme Est e “cessare ogni altra forma di molestia, intimidazione o ricatto contro di essi”.

Inoltre, la petizione richiedeva che Israele svolgesse “un’indagine trasparente e indipendente sugli incidenti in cui ufficiali israeliani hanno minacciato di negare ai giornalisti palestinesi il diritto di viaggiare, a meno che non essi lavorino con i servizi di sicurezza e di intelligence israeliani e non forniscano informazioni sulla sicurezza”.

In un webinar organizzato martedì da Euro-Med Monitor e RSF, il membro del Parlamento europeo Margrete Auken ha affermato che “è molto chiaro che i giornalisti vengono puniti per aver svolto il proprio lavoro. Questa è una delle brutali violazioni di Israele contro i media e i giornalisti, e queste pratiche fanno parte delle più ampie violazioni dell’Apartheid e dell’occupazione contro i palestinesi in generale. È chiaro che i paesi dell’UE non si stanno assumendo le proprie responsabilità nei confronti delle violazioni israeliane”.

A dicembre, Euro-Med Monitor e RSF hanno lanciato la campagna #LetMajdoleenOut sui social media. Le due organizzazioni hanno chiesto la fine immediata dei divieti di viaggio israeliani che impediscono a decine di giornalisti palestinesi, tra cui Majdoleen Hassona, vincitrice del Premio RSF per l’indipendenza e la libertà di stampa, di lasciare la Cisgiordania e la Striscia di Gaza.

Il divieto di viaggio imposto a Majdoleen Hassona, due anni fa, dalle autorità israeliane, che controllano i confini esterni dei Territori palestinesi, le ha impedito di tornare dalla Cisgiordania alla sua base a Istanbul, dove lavora per l’emittente pubblica turca TRT, e le ha anche impedito di ritirare il suo premio RSF.