Pchr denuncia crimine efferato israeliano

Pchr. Giovane palestinese rapito, torturato, ucciso e mutilato dagli occupanti israeliani in un crimine efferato, nella Gerusalemme occupata

Il Centro palestinese per i diritti umani (PCHR) condanna nel modo più assoluto gli occupanti israeliani per il crimine commesso contro un giovane palestinese, Mohammed Abu Khdair, del quartiere di Shu’fat, a est della Gerusalemme occupata, rapito, torturato, ucciso e dato alle fiamme. Il PCHR ritiene che la complicità delle autorità israeliane rispetto ai crimini commessi dagli occupanti, che li sostiene, li protegge e non applica la legge contro essi, non faccia altro che incoraggiare crimini più sistematici contro i civili palestinesi. Se, da una parte, il PCHR vede positivamente la dichiarazione di Robert Serry, delegato della Segreteria generale del Quartetto dell’Onu per il Medio Oriente, che ha condannato l’omicidio del giovane, dall’altra, invita la comunità internazionale ad agire immediatamente per fornire protezione ai civili palestinesi nei Territori palestinesi occupati (oPt).

In una delle azioni più crudeli compiute dagli occupanti palestinesi negli oPt, un gruppo di israeliani ha rapito Mohammed Hussein Abu Khdair, 16 anni, vicino casa, nel quartiere di Shu’fat, a nord della Gerusalemme occupata, sottoponendolo a un’atroce tortura e uccidendolo.

Secondo le indagini condotte dal PCHR, alle cinque del mattino circa di mercoledì 2 luglio 2014, cinque occupanti israeliani hanno rapito il giovane vicino casa, nel quartiere di Shu’fat, a nord della Gerusalemme occupata. Poche ore dopo, la polizia israeliana ha dichiarato di aver trovato il corpo del ragazzo nelle foreste, in prossimità dell’insediamento “Givat Shaul”, adiacente al villaggio di Deir Yassin, a ovest di Gerusalemme. La polizia ha confermato di aver rinvenuto nel corpo del giovane segni di tortura e bruciature.

Testimoni oculari e residenti del quartiere di Shu’fat hanno dichiarato al PCHR, che, in base alle registrazioni delle telecamere di sorveglianza collocate sulle case e sui negozi della zona, cinque occupanti israeliani che viaggiavano in una Hyundai hanno sequestrato Abu Khudair, mentre si trovava di fronte casa. Due degli occupanti sono usciti dall’auto e hanno costretto Abu Khudair a entrare nel veicolo.

La polizia israeliana ha rilasciato una dichiarazione, affermando di aver ricevuto un messaggio, mercoledì mattina, che “un ragazzo era stato rapito e costretto a entrare in un’auto nella zona di Shu’fat.” Poche ore dopo, la polizia ha ricevuto un altro messaggio che informava che un cadavere era stato ritrovato in un’area forestale di Gerusalemme. La polizia si è così diretta nel luogo, scoprendo il corpo del giovane, sul quale sono stati rinvenuti gravi segni di violenza. La polizia israeliana ha sottolineato che le indagini sono in corso e che i primi sospetti sono rivolti a un atto di rappresaglia degli occupanti israeliani contro le proprietà e i civili palestinesi nel contesto del cosiddetto “Price Tag”.

Il PCHR continua a mettere in guardia dall’escalation degli attacchi degli occupanti israeliani contro le proprietà e i civili palestinesi, condanna con forza tali azioni, in particolare gli attacchi messi a segno dagli occupanti in Cisgiordania e:

  1. Invita la comunità internazionale a fare pressione sulle autorità israeliane affinché si astengano dal fornire protezione e complicità agli occupanti rispetto ai crimini commessi e richiede al governo israeliano di perseguitare chi mette in atto questi attacchi;
  2. Invita la comunità internazionale a fare pressione su Israele affinché assolva i propri obblighi nel rispetto della legge internazionale e ponga fine alle attività d’insediamento nel territorio palestinese occupato;
  3. Ricorda alla comunità internazionale che l’insediamento è un crimine di guerra secondo la legge internazionale, cosicché le Alte Parti contraenti la Quarta Convenzione di Ginevra, singolarmente o unitamente, devono assolvere i propri obblighi morali e legali e assicurare il rispetto della Convenzione da parte del governo israeliano nel territorio palestinese occupato, in conformità con l’Articolo 1 della suddetta.

Traduzione di Chiara Zuin