Il PCHR pubblica il nuovo rapporto di marzo 2016 sulla chiusura di Gaza

 

unnamedImemc. Il Centro Palestinese per i Diritti Umani (PCHR) ha pubblicato l’ultimo rapporto mensile sulla chiusura che si occupa degli sviluppi dello stato dei valichi di frontiera della Striscia di Gaza nel  marzo 2016. Il rapporto documenta l’impatto del continuo assedio israeliano sui civili palestinesi e che colpisce le loro condizioni economiche e sociali.

Si confutano  anche le affermazioni di Israele di aver allentato la chiusura della Striscia di Gaza bloccata per il nono anno consecutivo.

Inoltre, la relazione sottolinea che le azioni israeliane mirano alla istituzionalizzazione della chiusura, rendendo le restrizioni illegali imposte alla circolazione delle persone e delle merci accettabili a livello internazionale, anche se violano la legge internazionale, incluse le leggi internazionali umanitarie e per i diritti umani.

Nel periodo in esame, il numero di camion autorizzati a entrare nella Striscia di Gaza è aumentato; tuttavia, non si è assistito ad alcun cambiamento importante a livello commerciale. Le forze israeliane hanno permesso l’ingresso di 17.241 camion, la maggior parte dei quali trasportavano prodotti alimentari e materiali di consumo, con una media di 556 al giorno.

Le restrizioni sono state imposte anche all’ingresso di un certo numero di beni di prima necessità, in particolare materiali necessari per la ricostruzione di Gaza, progetti di infrastrutture e materiali per la fabbricazione e la produzione.

Inoltre, sono stati imposti molti ostacoli all’importazioni, tra cui la frequente chiusura dell’unico valico commerciale per entrare nella Striscia di Gaza, Karm Abu Salem (Kerem Shalom); il valico è stato chiuso per 9 giorni (il 29% del totale). Inoltre, le forze israeliane hanno impedito l’ingresso nella città di Gaza di materiali da costruzione per il settore privato [1]

Di conseguenza, centinaia di progetti di case private in costruzione sono bloccati oltre ad altri progetti di ricostruzione del settore privato. Il blocco dei lavori aggraverà le sofferenze dei civili che hanno un disperato bisogno di ricostruire le loro case e le strutture.

Ciò infliggerà anche pesanti perdite alle aziende del settore privato per l’interruzione del lavoro e l’aumento dei già elevati tassi di disoccupazione e di povertà tra i lavoratori e le loro famiglie.

Per quanto riguarda le esportazioni, le forze israeliane hanno continuato a imporre il divieto di esportare dalla Striscia di Gaza verso la Cisgiordania, Israele e l’estero, con l’eccezione di quantità limitate.

Nel periodo in esame, 100 camion sono stati autorizzati all’esportazione in Cisgiordania, 87 erano carichi di prodotti agricoli, uno di pesce, 4 di mobili, 3 di stoffe e 5 di rottami. Il tasso delle esportazioni della Striscia di Gaza per il mese di marzo costituisce il 2,2% delle esportazioni rispetto a giugno 2007.

Inoltre, alla popolazione della Striscia di Gaza è stato negato il diritto alla libertà di circolazione e ne continua a soffrire a causa di ostacoli imposti in tutti i valichi di frontiera che collegano la Striscia con la Cisgiordania e con Israele.

Inoltre, durante il periodo di riferimento, le forze israeliane hanno imposto severe restrizioni alla circolazione degli abitanti di Gaza al valico di Beit Hanoun (Erez), l’unico passaggio per le persone verso la Cisgiordania, compresa Gerusalemme, e/o Israele. Dunque a 2 milioni di persone è stato negato il diritto alla libertà di circolazione. Un numero limitato di Palestinesi è stato autorizzato a passare dal valico: 1.440 pazienti e 1.330 accompagnatori di pazienti.

Inoltre, le forze israeliane hanno arrestato 3 pazienti che tornavano dall’ospedale in cui erano stati trasportati per le cure. Questi pazienti sono affetti da gravi malattie e non potevano curarsi negli ospedali della Striscia di Gaza.

Va notato che queste statistiche non esprimono il numero di persone ammesse al transito perchè il numero dei titolari dell’autorizzazione è molto inferiore a quello dei passaggi.

Le forze israeliane hanno anche permesso il transito dal valico di al-Karama a 8.477 uomini d’affari, a 828 cittadini per esigenze personali, a 755 operatori di organizzazioni umanitarie internazionali. Hanno autorizzato a 595 anziani diretti alla moschea di  al-Aqsa e a 415 cristiani l’attraversamento del valico di Beit Hanoun (Erez) secondo procedure molto complicate con conseguenti lunghi tempi di attesa, a volte fino di diversi giorni.

Il titolare del permesso può passare più di una volta dal valico di Beit Hanoun.

Nel periodo in esame, il valico internazionale di Rafah è stato chiuso per tutto il mese di marz. Questo ha rivelato la realtà della situazione nella Striscia di Gaza all’interno di una politica di punizione collettiva e la chiusura israeliana imposta a tutti i valichi di frontiera, in particolare al valico di Beit Hanoun.

Il numero di Palestinesi che si sono registrati per attraversare il valico e sono in attesa del loro turno, è di oltre 25 mila, oltre a migliaia che hanno bisogno viaggiare, ma non si sono registrati.

Nelle raccomandazioni del rapporto, il PCHR ha chiesto alla comunità internazionale, in particolare alle Alte Parti Contraenti della Quarta Convenzione di Ginevra relativa alla protezione dei civili in tempo di guerra, di intervenire immediatamente per costringere le autorità israeliane ad aprire i valichi della Striscia di Gaza e porre fine al grave deterioramento della situazione umanitaria nella Striscia di Gaza.

Traduzione di Edy Meroli