Pchr: uso eccessivo della forza a Gaza da parte dell’esercito israeliano

Gaza – Pchr. Comunicato stampa.

Venerdì 20 dicembre 2013, le forze israeliane hanno ucciso un civile palestinese e ferito il fratello mentre lavoravano vicino il confine israeliano, al nord di Beit Hanoun nel Nord di Gaza. Secondo un’indagine del Centro palestinese per i Diritti Umani (PCHR), anche se era chiaro che i due palestinesi stavano solo raccogliendo metallo e plastica dal terreno vicino alla recinzione del confine, le forze israeliane hanno ecceduto nell’uso della forza aprendo direttamente il fuoco su di loro. In un’altro incidente, lo stesso giorno, le forze israeliane hanno ferito 3 civili, incluso un bambino, aprendo il fuoco su persone che lanciavano pietre ad un postazione militare sul confine ad Est di Jabalia.

Quest’anno il numero dei civili uccisi dalle forze israeliane è di 4 morti mentre i feriti sono stati 49, tra cui 11 bambini.

Le indagini svolte dal Pchr hanno evidenziato che l’esercito israeliano ha ucciso ‘Odah Jihad Hamad (27 anni) e ferito suo fratello Raddad (22 anni), mentre si trovavano vicino la recinzione del confine. Nella sua testimonianza, Raddad Hamad ha raccontato al Pchr che alle 12:00 circa di venerdì, 20 dicembre 2013, si era recato con suo fratello ‘Odah nel terreno vicino il confine ad Est di Beit Hanoun per raccogliere plastica e ferro. Verso le 15:30, mentre l’area era molto calma, le forze israeliane si sono appostate vicino il confine facendo fuoco su di loro senza alcun tipo di avvertimento. Di conseguenza, ‘Odah è stato ferito alla testa ed è caduto a terra mentre Raddad si è nascosto in una zona riparata. Raddad ha cercato di raggiungere il fratello maggiore per soccorrerlo, ma l’esercito israeliano ha aperto il fuoco ferendolo alla mano. Immediatamente, dopo essere riuscito a scappare, ha chiamato la Mezzaluna Rossa, affinché mandasse un’ambulanza. L’arrivo dell’ambulanza è stato ritardato dalle forze israeliane fino alle 16:15, quando finalmente è stato raggiunto un coordinamento con la Croce Rossa internazionale. Infine, i soccorritori hanno cercato ‘Odah trovandolo ferito e in seguito lo hanno trasferito all’ospedale di Beit Hanoun; ma alcuni minuti dopo essere entrato in terapia intensiva è stato dichiarato il suo decesso.

L’indagine del Pchr relativa al secondo incidente avvenuto di pomeriggio dopo la preghiera del venerdì, ha rivelato che, mentre un gruppo di civili si dirigeva al cimitero di Al-Shuhada’, ad Est di Jabalia, nel nord della Striscia, si sono avvicinati a circa 50-70 metri dalla recinzione sul confine con Israele. A questo punto hanno iniziato a lanciare pietre contro le forze israeliane che stazionavano sul confine. Per tutta risposta, l’esercito israeliano ha deciso di aprire il fuoco sui civili ferendone due, compreso un bambino, ed un rifornitore di carbone che stava di fronte il proprio negozio a 70 metri dal confine. Le persone ferite sono state identificate:

1- Diaa’ Ahmed As’ad al-Natour (17 anni) dal campo profughi di Jabalia, ha riportato una ferita d’arma da fuoco alla gamba sinistra;

2- ‘Ali Hasan ‘Abdel Rahman Khalil (20) dal campo profughi di Jabalia, ha riportato una ferita d’arma da fuoco alla coscia sinistra;

3- Mohammed Hamoudah Ayyoub (23) dal campo profughi di Jabalia, rifornitore di carbone, ha riposratato una ferita d’arma da fuoco alla gamba destra.

Il Pchr è molto preoccupato per questi crimini che rappresentano un chiaro esempio dell’uso eccessivo della forza perpetrato della forze israeliane sui civili palestinesi, con il palese disprezzo per le vite dei civili. Inoltre il centro ha esortato le Alte Parti contraenti della Quarta Convenzione di Ginevra del 1949 ad onorare i loro obblighi riguardanti l’articolo 1, cioè, a rispettare e a far rispettare la presente convenzione in ogni circostanza, e il loro obbligo a sensi dell’articolo 146, di perseguire chi si presume abbia commesso gravi violazioni della Quarta Convenzione di Ginevra. Queste gravi violazioni costituiscono crimini di guerra ai sensi dell’articolo 147 della stessa Convenzione e (I) Protocollo aggiuntivo alle Convenzioni di Ginevra.

Traduzione di Federico Seibusi