Il PECDAR: è possibile abbandonare la dipendenza economica da Israele

WAFA. La Palestina, il suo popolo e le sue istituzioni sono in grado di mettere in atto le decisioni del Consiglio centrale palestinese e gradualmente abbandonare la dipendenza da Israele, secondo quanto affermato lunedì il capo del Consiglio economico palestinese per lo sviluppo e la ricostruzione (PECDAR) e membro del Comitato centrale di Fatah, Mohammad Shtayyeh.

Shtayyeh ha affermato in una dichiarazione che il raggiungimento di questo obiettivo avviene attraverso una serie di misure, tra cui rafforzare la produzione nazionale e ampliare la capacità produttiva dell’economia palestinese, in particolare l’agricoltura e l’industria. Ha sottolineato che ciò richiede che il governo stanzi risorse per questo obiettivo.

Ha anche detto che il sostegno dei prodotti nazionali dovrebbe avvenire con politiche di boicottaggio dei prodotti israeliani, e che è importante smettere di usare la valuta israeliana, lo shekel, nelle transazioni giornaliere in Palestina, chiedendo di prendere in considerazione altre valute, comprese le valute digitali.

“L’assenza di una valuta locale sta causando enormi perdite all’economia palestinese mentre si approfondisce la dipendenza dall’economia israeliana”, ha detto Shtayyeh, che ha anche sottolineato la necessità di rivedere il sistema fiscale per adattarlo allo standard di vita del popolo palestinese, in particolare l’imposta sul valore aggiunto, che secondo il protocollo economico di Parigi non dovrebbe differire di oltre due punti percentuali da quella in Israele.

Ha affermato che il protocollo di Parigi appesantisce i palestinesi e che è possibile ridurre l’imposta sul valore aggiunto sui prodotti nazionali come incentivo per i produttori.

“L’accordo deve essere annullato perché Israele l’ha ucciso e non ha rispettato la maggior parte delle sue disposizioni”, ha affermato Shtayyeh. “Israele ha violato la libertà di circolazione dei palestinesi e dei beni attraverso barriere, assedi e chiusure in corso, oltre alle misure militari che hanno ostacolato lo sviluppo dell’economia palestinese”.

Ha sottolineato la necessità di modificare la bilancia commerciale esistente in cui la Palestina importa ogni anno beni da 5 miliardi di dollari da Israele, mentre quest’ultimo importa meno di 750 milioni di dollari di beni dalla Palestina.

Traduzione per InfoPal di F.H.L.