La famiglia di Suha ha detto che il suo stato di salute è notevolmente peggiorato, aggiungendo che si trova a rischio di morte a causa delle torture subite nel carcere dell’ANP.
La detenuta ha intrapreso uno sciopero della fame ad oltranza per il nono giorno consecutivo per protestare contro i maltrattamenti e la detenzione arbitraria.
I familiari di Suha hanno detto che un pubblico ministero dell’ANP l’ha accusata di assistere famiglie di palestinesi uccisi e incarcerati, “azioni legittime nel contesto della lotta anti-occupazione palestinese contro l’oppressivo regime militare israeliano”.
Un tribunale dell’Autorità Palestinese ha rinviato il processo a Suha di altri 15 giorni in attesa di prove a carico della donna. La sua famiglia ha espresso preoccupazioni per il fatto che l’estensione arbitraria della custodia cautelare comporterà un peggioramento delle condizioni di salute.