Per amore d'Israele…

Ripubblichiamo questa bella intervista a monsignor Twal.

[dal sito http://groups.google.it/group/bocchescucite/browse_thread/
thread/62e2a42ba9c3d327?hl=it]

(In esclusiva per BoccheScucite)

PER AMORE D’ISRAELE…

BoccheScucite incontra e intervista Mons. FUAD TWAL, Vescovo
Coadiutore del Patriarcato Latino di Gerusalemme

BoccheScucite: Come si vive o sopravvive in Terrasanta con il sistema
di occupazione che ha realizzato un blocco totale del movimento? E
cosa è possibile concretamente fare per uscire da questa situazione?
MONS TWAL: In una parola: è un dramma. Un dramma quotidiano. È
normale, purtroppo: ogni volta che vorrei incontrare i miei preti:
decidiamo un orario ma sappiamo già che ognuno arriverà ad un’ora
diversa e alcuni, dai territori occupati, all’incontro non
arriveranno mai. Questo accade ogni giorno per tutti i milioni di
palestinesi, Abu Mazen o Mons. Sabbah compresi. Tutti pagano il
prezzo di una sopravvivenza drammatica che distrugge la gioia di
vivere e fa crescere la disperazione. È come un Venerdi Santo senza
fine…
Dobbiamo avere il coraggio della denuncia. E noi cristiani continuare
a pregare, ad organizzare pellegrinaggi, a fare pressione sui nostri
governi, ad attivare progetti con la gente, cristiana e musulmana.
Sì, insieme, perchè è da quindici secoli che noi cristiani in Terra
Santa viviamo con i musulmani e la nostra vocazione su questa terra è
vivere insieme. Lo sperimentiamo ogni giorno nelle nostre scuole, con
ragazzi cristiani e musulmani che vivono e crescono insieme.

BoccheScucite: Gli eventi vengono riferiti dai media ma non ci
vengono letti e interpretati nel loro reale significato. Ci prova a
leggere per esempio gli ultimi fatti accaduti in Israele e Palestina
per farci capire meglio?
MONS TWAL: Per capire l’oggi parto da… Morto Arafat è stato eletto
Abu Mazen. Lui è in assoluto il leader più moderato che possa
esistere. Noi lo conosciamo molto bene. Ci ha invitati a Pasqua per
farci gli auguri e a Natale siamo soliti pranzare con lui. Bene, lui
è il più moderato ma non ha potuto realizzare niente di niente
semplicemente perché nessuno lo ha appoggiato. Non Israele, ma
nemmeno l’Occidente l’ha sostenuto. È un disegno preciso: non ci
dev’essere un leader palestinese con cui essere costretti al
negoziato. Dopo un anno, spinti da questo rifiuto del mondo, i
palestinesi hanno fatto nuove elezioni, assolutamente democratiche,
libere. Sono arrivati osservatori da tutto il mondo e il mondo
democratico gridava: "devono essere elezioni democratiche, come
facciamo noi in occidente; noi che siamo i tutori della democrazia!"
Sono venuti per insegnarci la democrazia dai paesi "democratici",
perfino nelle carceri (perché siccome siamo arabi pensano che noi non
possiamo davvero essere democratici…). Sotto l’occhio del mondo
abbiamo fatto elezioni democratiche al 100% ma poi, una volta che la
volontà popolare è stata espressa, l’occidente democratico non ha
accettato questo risultato! E vi dico io perché tutti i nostri
cristiani di Betlemme o di Nablus hanno votato Hamas: perché quel
povero moderato di Abu Mazen nessuno l’ha aiutato. La gente, delusa
dall’impossibilità di raggiungere qualsiasi risultato dal più
moderato, è stata incoraggiata a cercare in Hamas una via d’uscita.
Hamas è più vicina ai bisogni della gente. È un’organizzazione più
ordinata, che fa assistenza ai poveri. Adesso la situazione è ancora
più drammatica. Abbiamo fatto un governo di unità nazionale ma
nessuno ci ha sostenuto, anzi, mi ha detto il Console italiano che a
Ramallah ci sono 22 milioni di dollari bloccati nelle banche. È
Israele che blocca questo denaro, e questi soldi sono dei
palestinesi, non d’Israele! Ma dovremmo accettare in silenzio che sia
Israele a decidere che non dobbiamo usarlo… I nostri impiegati
statali, e di conseguenza le loro famiglie, è da un anno che non
ricevono lo stipendio perchè l’occidente ha deciso "democraticamente"
di tagliare qualsiasi collaborazione con Hamas. 150.000 impiegati
senza stipendio, con relative famiglie e figli che non possono più
pagare la scolarità. Ma nessuno si chiede se questo disastro non
generi più odio, più violenza, più kamikaze…

BoccheScucite: Ma sui nostri giornali si legge che i governi
occidentali non hanno sostenuto i governi palestinesi perché non
riconoscono esplicitamente Israele.
MONS. TWAL: Chi è sincero sa che anche l’ultimo governo palestinese
di unità nazionale è nato sull’esplicito riconoscimento della
legalità internazionale. Questo implica naturalmente l’accettazione
degli accordi e il riconoscimento indiretto dell’esistenza di Israele.
Ma siamo onesti: quando ci chiederemo perché non si parla mai di
riconoscimento anche per la Palestina? Perché non dovrebbe esserci
anche in questo la reciprocità? Io non ho mai visto neanche una
piccola volontà di reciprocità da parte di Israele. O pensate forse
che Israele abbia riconosciuto la Palestina! La pace non ci sarà mai
per una sola parte… Solo per entrambi si può ottenere la pace. O
insieme godremo della pace o non l’avremo mai.

BoccheScucite: Ma la pace da chi dipende prima di tutto in questo
momento?
MONS. TWAL: Dobbiamo avere il coraggio di riconoscere che l’ostacolo
più grande alla pace è Israele. Tanti discorsi, tanta propaganda,
tanti contatti internazionali, tante parole…ma oggi una precisa
volontà di pace da parte di Israele proprio non c’è.
È inutile negare che Israele cerca di evitare una reale ripresa del
processo di pace. Solo Israele, che è evidentemente il più forte, può
e deve fare un gesto decisivo verso la pace. Non lo si può certo
pretendere da chi è oppresso e sotto occupazione, da chi è ormai agli
stenti, da chi non può più pagare il salario ai propri impiegati, da
chi muore di fame. Israele in realtà, invece di risolvere il
conflitto si limita a gestire il conflitto. Israele non perde molto
dal conflitto; ci convive discretamente. D’altra parte anche il
prezzo che paga in termini di vittime è comunque limitato, visto che
se anche al massimo in un anno muoiono per il conflitto 10-15
israeliani innocenti, a causa degli incidenti stradali ne muoiono
500, e quindi conviene comunque mantenere il sistema di occupazione
poichè, nell’impunità totale, Israele ha la possibilità e il potere
assoluto di entrare in Palestina in qualsiasi momento distruggendo,
uccidendo, annettendo terra. Nessuno, proprio nessuno al mondo ha la
forza o il coraggio di fermare Israele che si auto-concede in
qualsiasi momento il semaforo verde di occupare la Palestina! Arriva
sempre puntualmente la benedizione dell’America per ogni atto di
Israele nei Territori Occupati… e noi siamo lì inermi a subire, a
difenderci come possiamo da questa aggressione continua.

BoccheScucite: Lei parla con coraggio ma tanti, troppi forse,
preferiscono tacere…
MONS. TWAL: I 27 Vescovi francesi che poche settimane fa sono venuti
in visita a Betlemme hanno irritato il Governo israeliano solo perché
vedendo coi loro occhi gli effetti disastrosi dell’occupazione hanno
aperto la bocca… Uno di loro per esempio, il Card. Maissner, è
rimasto sconvolto dal muro dichiarando: "neanche per gli animali si
potrebbe accettare questo muro e questa prigione!". Tanto forti sono
state le proteste di Israele che i Vescovi sono stati obbligati a
chiedere scuse
ufficiali. Ma io ho detto loro: "Possibile che abbiate
paura di dire semplicemente quello che vedete con i vostri occhi!" E
ho anche scherzato dicendo ai Vescovi: "Non avrete mica paura per la
vostra carriera ecclesiastica!"
E se non parleremo noi Pastori, chi parlerà? Siamo ancora liberi o
temiamo rappresaglie dei potenti?
Dopo di loro sono arrivati i Vescovi delle Chiese protestanti
tedesche e anche a loro ho chiesto il coraggio di parlare chiaro
alla gente.

BoccheScucite: Quali sono per esempio, le questioni che non vengono
affrontate e che sono invece decisive per la pace?
MONS. TWAL: Due questioni urgenti che Israele dovrebbe affrontare se
volesse veramente la pace sono il problema dei profughi e quello dei
confini. Israele tutti i giorni parla del "diritto al ritorno" degli
ebrei da ogni parte del mondo in Israele, ma si rifiuta di parlare e
affrontare il "diritto al ritorno" dei profughi palestinesi scacciati
dalla loro terra. Diciamo la verità: Israele non vuole neanche parlarne.
Per la questione dei confini la situazione non è meno drammatica:
forse non tutti si rendono conto che è l’unico Stato al mondo a non
aver frontiere! La comunità internazionale accetta che lo Stato
d’Israele non si sa dove inizi e dove finisca… E così diventa
"normale" che Israele entri ed esca quando vuole nei Territori
Occupati. Così, di conseguenza, i palestinesi hanno solamente alcune
città autonome da Israele, staccate una dall’altra e senza legame
territoriale riconducibile ad un’unica realtà statuale, isolate da
una rete di check-point… Ma allora chiediamoci: che tipo di
autonomia può avere questa "realtà"?
E basterebbe che tutti guardassero queste mappe dell’OCHA che Pax
Christi Italia ha stampato e diffuso con una encomiabile iniziativa
nel vostro Paese, e capirebbero subito quale drammatica situazione
stiamo vivendo in Palestina… Allora fate tutto il possibile non
solo per organizzare pellegrinaggi ma anche per informare i nostri
cristiani sulla reale situazione della Terrasanta.

BoccheScucite: Cosa fa e cosa dovrebbe fare l’Europa e l’Occidente
per la pace?
MONS. TWAL: Bisogna dire a voce alta quanti danni sta facendo
"l’occidente democratico" alla Palestina! Siamo realmente ciechi. Per
questo insisto che ci siano sempre più persone a poter venire qui per
vedere con i loro occhi. Si accorgerebbero e si accorgono subito che
qualcosa non funziona…
È anche vero che spesso vengono in visita ufficiale tanti politici da
ogni parte del mondo e come il vostro D’Alema o quattro senatori
americani che sono venuti recentemente, iniziano quasi sempre
affermando "We love Israel! Noi siamo amici di Israele!" Ed io
rispondo sempre: "Complimenti, perché noi cristiani preferiamo sempre
amare piuttosto che odiare. Quando si ama è sempre una bella cosa…
Ma è più giusto amare tutti e due o amare solo uno dei due contro
l’altro facendo in modo che sia sempre più forte così da schiacciare
l’altro? Non ha senso amare uno contro l’altro.
Ma se dite di amare Israele, avete mai detto, almeno una volta, a chi
amate che sta sbagliando? (Glielo dovete dire proprio perché
l’amate!) Quando l’avete detto anche una sola volta? Forse mentre
tutto il mondo attraverso l’Onu condannava Israele per la costruzione
del muro? O forse avete preferito addirittura mettere il veto a
queste decisioni internazionali? Chiedetevi: è forse questo il vostro
amore per Israele?

Montevarchi, 27 aprile 2007
[dal sito
http://groups.google.it/group/bocchescucite/browse_thread/
thread/62e2a42ba9c3d327?hl=it]

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