Per Hamas Obama può fare visita a Gaza

Betlemme – Ma’an. Uno dei leader di Hamas ha affermato mercoledì scorso che il partito non si opporrebbe ad una visita nella Striscia di Gaza del presidente degli Stati Uniti Barack Obama.

“Hamas continua a rifiutarsi di negoziare con Israele, ma non si opporrebbe ad una visita di Obama a Gaza, nella speranza che cambi l’atteggiamento degli Stati Uniti nei confronti della realtà dei fatti”, così ha dichiarato Aziz Dweik, presidente del Consiglio Legislativo Palestinese (Plc).

Obama dovrebbe visitare Israele e Cisgiordania questo marzo. Secondo Dweik, lo scopo del viaggio è quello di rafforzare i legami di amicizia con Israele.

“Siamo abituati al fatto che l’America veda la nostra causa da una certa prospettiva”, ha detto il leader di Hamas ai microfoni di Ma’an TV.

Mercoledì, il portavoce di Hamas Salah al-Bardawil ha detto che è l’intransigenza del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ad impedire ad Obama di intraprendere nuove iniziative durante la sua visita.

Il viaggio di Obama è “una manovra politica per prendere tempo e distendere la situazione”, ha dichiarato al-Bardawil a Ma’an.

“Speriamo – ha aggiunto – che Obama agisca sul serio e faccia pressione su Israele affinché allevi la sofferenza del popolo palestinese, e in questo modo rimedi al suo precedente mandato come presidente, durante il quale si è comportato ingiustamente nei confronti del popolo palestinese”.

Al-Bardawil ha esortato Obama a non fare visita a Gerusalemme. “Sarebbe un disastro, perché una simile visita legittimerebbe la conversione forzata di Gerusalemme in città israeliana”. “Consigliamo ad Obama di stare lontano da Gerusalemme e di riferirsi alla città come alla capitale della Palestina”.

Il portavoce di Hamas ha avvertito l’Autorità Palestinese guidata da Fatah affinché non perda tempo, perché il tempo, ha detto, favorisce la politica degli insediamenti abusivi di Israele. La visita di Obama influisce negativamente sulla riconciliazione tra Hamas e Fatah, “accantonata dall’Autorità Palestinese”, ha aggiunto.

Il presidente Dweik ha affermato che la riconciliazione nazionale sarà raggiunta soltanto se i palestinesi sfuggiranno all’ingerenza degli Stati Uniti e di Israele.

Ha poi aggiunto che Hamas ha continuato a rifiutare i negoziati con Israele, che non hanno portato “a nessun risultato”.

Parlando dell’affermazione dei regimi islamici in seguito alla Primavera Araba e delle loro relazioni con Washington, Dweik ha spiegato che “tutti vogliono proclamare e difendere le proprie cause”.

“Hamas cerca di proclamare la sua causa, così come l’Egitto e gli altri Stati arabi, ma noi lo facciamo senza riconoscere Israele”.

Interrogato in merito alla decisione dell’Università di Al-Aqsa di obbligare le studentesse a coprirsi la testa, Dweik ha risposto che si è opposto alla scelta, aggiungendo che devono essere considerate le studentesse cristiane che frequentano il campus.

“Si è trattata di una decisione indipendente presa unilateralmente dall’università”, ha detto.

Dweik ha inoltre riconfermato le sue dichiarazioni passate in cui affermava di non approvare alcuna messa al bando dei negozi di alcolici o dei cinema.

Traduzione per InfoPal a cura di Elisa Proserpio