
Jenin. Per il 67° giorno consecutivo, l’occupazione israeliana continua ad attaccare la città e il campo di Jenin, distruggendo e bruciando case e trasformandone altre in caserme.
All’alba di oggi, venerdì 28 marzo, le forze di occupazione hanno arrestato cinque cittadini delle città del governatorato: le forze speciali israeliane hanno circondato la casa di Abdul Karim Rabaya a Meithalun e lo hanno arrestato dopo avergli sparato; Ammar Khader è stato arrestato nel villaggio di Anza; a Marka, nel sud, sono stati arrestati Walid Tawalbeh, Mahmoud Yasser Musa e Ahmed Jamil Musa.
Gli arresti nel governatorato di Jenin sono in aumento.
Le forze di occupazione hanno inviato rinforzi militari, accompagnati da bulldozer, al campo di Jenin. Nel frattempo, proseguono i lavori di spianamento, di ampliamento delle strade e di asfaltatura di nuove e le vicinanze del campo continuano a essere bersaglio di proiettili letali.
Il numero degli sfollati dal campo ha raggiunto quota 21.000, distribuiti tra la città di Jenin e i villaggi del governatorato.
Il sindaco di Jenin ha dichiarato in un comunicato stampa che 3.250 unità abitative nel campo di Jenin sono diventate inabitabili a causa della distruzione e degli incendi durante l’attuale aggressione israeliana.
L’aggressione dell’occupazione alla città e al campo di Jenin, in corso da 67 giorni, ha provocato 34 martiri, decine di feriti, centinaia di arresti e incursioni in case, villaggi e città del governatorato.
(Fonti e immagini: PIC e Quds News).